domenica 17 maggio 2009

UNHCR


Che dire. Senza tanta amarezza o giri di parole mi trovo costretto a dare completamente ragione alle parole di 'gnazio, come scherzosamente Fiorello chiama l'attuale ministro della difesa Ignazio La Russa.





L'UNHCR (Alto commissariato ONU per i rifugiati) non conta un fico secco!

E sì! Come lui (e tanti altri) ho il canino aguzzo ed avvelenato nei confronti della maggior parte delle organizzazioni che fanno capo all'ONU, inutilità anacronistica e monumento all'inefficienza ed allo spreco per prima! E sto parlando di FAO, IPGRI, IFAD, WFP, UNHCR, e via così! Salvo l'UNICEF che sembra sia l'unica che lavori attivamente!!!
L'avevo detto non molto tempo fa e non ho certo cambiato idea. Le organizzazioni delle Nazioni Unite (perché poi con le iniziali maiuscole? mah! convenzione, abitudine...), soprattutto certe organizzazioni, non servono a nulla, non contano nulla ed il loro unico scopo è autoalimentarsi ogni anno più fameliche del precedente, con stipendi da sogno ad i propri dipendenti, dal più alto dei funzionari di classe D, ai quadri di classi P fino al più misero degli impiegati di classe G, come li definiscono loro.
Sapete qual è lo stipendio netto di un G3, una dattilografa per capirci? Oltre 3000 € al mese a cui aggiungere una serie di facilitazioni su tasse, acquisti, locazioni ed altro. Come dite? Parla almeno due lingue? Sai che sforzo. Una di base oggi giorno dovrebbero averla tutti, l'altra la quegli impiegati di lusso la imparano una volta assunta con dei corsi interni. Come dite? La stragrande maggioranza non è a tempo indeterminato ma è normalmente assunta con contratti biennali. Vero: ma di biennio in biennio vanno avanti anche vent'anni...e sapeste con che contributi pensionistici!!! Quattro soldi di marchette per pensioni da favola e una volta in pensione possono anche essere riassunti come ritired purché abbiano magari un parente che lavora in una qualsiasi altra organizzazione. Ci sono addirittura interni che pur di passare a livello P di cui uno dei prerequisiti è una laurea, si fanno un cacchio di corso universitario online con esami assistiti da tutor e poi con quell'inutile pezzo di carta, neanche, con quella stampata da pdf fanno il salto qualitativo. Dai 3000 ai 6 e finanche 7000 € mese, netti eh?
Posso anche comprendere che per la maggioranza di loro, fuori sede, lontano dal paese d'origine le spese familiari possano essere maggiori che per un residente ma innanzi tutto va detto che quel lavoro se lo sono scelto, con cura direi ma che tempo due o tre anni si adattano immediatamente alla vita fuori sede, figli compresi. Infine tra loro ci sono centinaia di locali ed ho sentito italiani impiegati di uffici delle NU con base in Italia lamentarsi della loro vita meschina! Ho personalmente conosciuto un funzionario di una grande multinazionale che già lì navigava (parliamo di diversi anni fa) intorno ai 90.000 lordi annui mettersi in aspettativa per starsene un paio d'anni comodo a fare da consulente in una delle organizzazioni su citate.
Certo non nego, e ne ho conosciute, che tra loro ci siano anche persone che credono nel loro lavoro e cercano di farlo tutti nel migliore dei modi. Una delle perle rare di queste organizzazioni è certamente il WFP, il World Food Programme, ma anche lì dentro, e lo dico per esperienza diretta, la stragrande maggioranza è una paccottiglia di fancazzisti incapaci con la faccia come il culo talmente grande da lamentarsi se fanno 41 ore anziché 40 a settimana perché una sera c'era da fare di più...e di quelle 40 almeno 10 le trascorrono in cafeteria . Così come ho esperienza diretta dell'operato, visto sia da dentro che dall'esterno, di UNHCR, IFAD e FAO). Chi ha visto all'opera i funzionari ONU in giro per il mondo con i loro fuoristrada bianchi full optional da 80.000 € sa di cosa sto parlando.
"Striscia la notizia" cazzia e fornisce di tapiro l'attorucolo che ha promesso vaccini ai poveri bambini africani e invece era tutta una promozione fasulla? E che dovrebbe fare Staffelli di fronte a certi atteggiamenti? Inondare gli edifici di tapiri?

La FAO, l'IPGRI e l'IFAD si occupano di fame nel mondo da decine di anni, la FAO da 60! E cosa hanno fatto? Z.E.R.O! L'UNHCR che a Srebrenica ha letteramente consegnato migliaia di bosniaci nella mani assassine dei serbi di Karadic e Mladic, con la complicità silenziosa degli inetti fantaccini ONU olandesi? L'ONU le cui disposizioni sanzionatorie vengono quotidianamente e continuamente ignorate e sbeffeggiate da qualsiasi paese a cui vengano applicate?
Che li chiudano tutti una buona volta!!!

venerdì 15 maggio 2009

Trasformarsi

Credo che tutti ci si trovi spesso a ripensarsi a quando si era giovani ragazzi all'inizio dell'età che conduce all'essere ciò che definiamo adulti, fin dove la memoria aiuta nei ricordi od anche nelle sensazioni che quelle immagini trasmettono. Non prima dei 20 anni, se proprio dovessimo dare un limite, del tutto arbitrario e soggettivo comunque.

E quante volte oggi, anche a distanza di decenni, ci si accorge più o meno consciamente che tutto sommato quel modo di pensare, di agire o reagire non è poi così diverso da quello che avevamo allora. Non parlo del ripensare o del ricordare ma del sentirsi dentro ancora come allora, e non in semplice senso goliardico. Tutto sommato insomma, quel che eravamo ancora siamo, nonostante i capelli bianchi e ciò vale a 30 come a 50 anni.

I lettori dotati di maggior intuito avranno forse già capito a cosa alludo. Non voglio certo dire che col passare degli anni e con l'accumulo di esperienze non si sia comunque cresciuti, maturati e trasformati in ciò che la vita ci ha permesso di essere.

Ma qui sta il punto: sono certamente trasformato rispetto ad allora ma non sono assolutamente cambiato.

Il tempo e l'esperienza ci trasformano senza cambiarci. Pensate a quando, credo sia capitato spesso a molti di voi, incontrate un vecchio compagno di classe. Con che occhio ci si guarda? Con lo stesso di allora, di quando si condivideva per anni una stessa aula, un banco magari. O, per i maschietti che non furono militesenti, v'è mai accaduto di incontrare un vecchio commilitone col quale s'è condiviso magari momenti difficili (personalmente in quei 12 mesi mi sono divertito parecchio). Stesse sensazioni, emozioni uditive e visive. Le voci sono le stesse, gli occhi ed i modi di muoversi, gesticolare, interagire anche. E' lei/lui ci si dice, la stessa/o di allora, trasformata dal tempo, non solo fisicamente come ovvio, ma non c'è cambiamento come non ce n'è in me nel modo di pormi.

E spessissimo mi sorprendo a constatare che determinate reazioni, modi di pormi con i fatti o con le persone od anche azioni, decisioni o comportamenti non sono affatto diversi da quelli che avevo a 20 anni...

E perché dovrebbero esserlo?

Quanto scritto consideratelo ancora in corso d'opera...magari lo...trasformo!!!

giovedì 7 maggio 2009

Migranti

Le migrazioni hanno interessato l'umanità così come le altre specie animali per un solo scopo: sopravvivenza. Che sia ricercata a scapito di altre popolazioni o semplicemente per maggior capacità di sostentamento offerto dai nuovi territori il risultato non cambia: sopravvivere è la parola d'ordine e con l'individuo far sopravvivere la specie (Darwin docet).

La specie umana evoluta, sociale, ha accettato le migrazioni e le integrazioni ogni qual volta avessero portato vantaggi complessivi (vedi la civiltà romana per esempio e le sue elezioni a "cittadini romani" degli abitanti delle provincie) e molto più spesso le ha respinte se minacciavano la sopravvivenza.

Ma migrare fa parte del nostro genoma.

Le moderne società umane hanno stabilito limiti territoriali per se e più spesso per altri (si vedano gli arbitrari e convenzionali confini tracciati per esempio in Africa) ed accettiamo di buon grado le migrazioni purché limitate ed utili (nonostante i ripetuti tentativi referendari ad esempio agli svizzeri degli anni '60 non è mai venuto in mente di espellere i lavoratori stranieri, in maggioranza italiani) mentre rifiutano a priori quelle considerate, a torto od a ragione, dannose, quali ad esempio quelle di migliaia di disperati e bisognosi che in cambio non danno apparentemente nulla.

Ma la cosa davvero paradossale è che causa ed effetto allo stesso tempo delle migrazioni massive da quello che ormai non è più neanche terzo ma quarto mondo, dal "sud" al "nord" del mondo come si dice (lo stesso vale per le americhe centrale e meridionale nei confronti di Stati Uniti o Canada) è che è stato lo stesso "nord" a crearne le condizioni; siamo stati "noi" con lo sfruttamento ormai trisecolare dapprima militar-coloniale e successivamente economico-coloniale (il neocolonialismo) delle risorse, dei territori, delle masse, lasciando come unica maledetta eredità le abitudini peggiori quali quelle di veder autoproclamarsi capi di stato, dittatori assoluti in stile "re sole" o tiranni sanguinari personaggi di nessuno spessore socio-politico, semplici zimbelli in mano degli occidentali.

Se da decenni il fenomeno migratorio dal "sud" al "nord" si è acuito è solo perché è peggiorata la capacità di sopravvivenza in loco delle popolazioni derelitte del mondo, quella stessa sopravvivenza che era alla base delle migrazioni che hanno portato gli ominidi a muoversi dalle savane centrali dell'Africa ai tempi di "Lucy" verso ogni parte del pianeta.

E diventa paradossale e tragico sapere che oggi esistono, solo sulla carta per chi per interesse non ne ammette l'utilizzabilità, i mezzi per consentire al "sud" di sopravvivere ottimamente con una semplice ripartizione dei beni che nulla toglierebbe ad ognuno dei ricchi abitanti del "nord".

La sperequazione assurda della logica del profitto ad ogni costo e fine a se stesso sta danneggiando qualsiasi aspetto delle comunità umane: dai tagli di forza lavoro non appena si sente odore di crisi, quando sappiamo che alternative esistono, ai tagli in termini di vite umane su scala mondiale, che sia affamando direttamente o meno le popolazioni nei loro stessi paesi o respingendo le masse migratorie che premono e spingono contro i bastioni di questa nostra "Bastiglia" che prima o poi cederà sotto i colpi di maglio della "fame".

Ma se da una parte è vero ci sono i mezzi per rendere la vita (eco)sostenibile ad ognuno dei cittadini del "sud" a casa loro, fornendo loro le condizioni affinché il migrare possa avere quasi gli stessi motivi che spingono ad esempio un italiano a spostarsi in Olanda (lavoro, studio, famiglia ma non certamente fame...la stessa che pativano i nostri migranti del dopoguerra!) è altrettanto vero che la forza lavoro che ogni anno portano i migranti è ormai pari, solo nel nostro paese, a ben il 10% del PIL: un'enormità. Ed ancora di più in altri paesi dell'area comunitaria.

Ma l'equazione socio-economica ha una semplice soluzione: se rendiamo la vita sostenibile a casa loro eviteremo le migrazioni clandestine dei disperati, il traffico di carne umana ad arricchire contrabbandieri infami e saremo noi stessi ad invitarne quei gruppi di volontari che per scelta (non costrizione da fame) decideranno di andare a lavorare all'estero a fronte, perché no, di un certo grado, dal loro e non dal nostro punto di vista,  di elevazione sociale o culturale.