lunedì 25 gennaio 2010

La dieta non funziona

Che le diete non funzionino è cosa nota o meglio, se vogliamo, funzionano nel periodo in cui si seguono ma appena terminate, basta violare il regime alimentare che ci tiene costanti di peso e zac! basta un periodo anche breve per riprendere quei chili così faticosamente persi.

E' come noto tutta questione di corretta alimentazione e il problema, spesso insormontabile, sta proprio qui: individuare quel valore di correttezza dacché se si ingrassa è perché si mangia troppo e male prova ne sia il fatto che non esistono animali che, allo stato naturale, ingrassino e che gli uomini dimagriscono fino a diventare pelle e ossa quando appunto...non mangiano! Come dopo tutto è tristemente dimostrato dalle agghiaccianti esperienze dei campi di prigionia.

Per correttezza va detto che anche il mangiar troppo poco e altrettanto male spesso porta al problema opposto che è quello di non riuscire a prender peso quando servirebbe (patologie quali l'anoressia a parte).

Da che mondo e mondo e fin dall'antichità si sono presentate all'attenzione del genere umano ricette dimagranti miracolose, diete d'ogni ordine e grado e per tutti i gusti. Da decenni le riviste soprattutto per il pubblico femminile sono stracolme di suggerimenti, ricettari, prodotti ed istruzioni dettagliatissime e basta un po' di logica ed una corretta applicazione del principio di non contraddizione per scoprire che tutto questo continuo avvicendarsi ed evolversi di diete dipende proprio dal fatto che nessuna ha mai funzionato!

Ma la leva psicologica della novità (è nuovo! magari funziona!) può essere formidabile.

Insomma è sempre e ancora una volta una questione di buon senso. Ad averne! Od a saperlo trovare!

Quando poi m'è caduto l'occhio sulla pubblicità ingannevole di questo prodotto ho voluto approfondire perché ci sono due cose degne di menzione, negativa ovviamente!

In primo luogo l'enorme diffusione pressoché incontrollata che questo tipo di pubblicità può avere sulle pagine del web a costi irrisori rispetto alle pagine della carta stampata! Diffusione talmente elevata da raggiungere al pari di uno spam qualsiasi, milioni di utenti in un sol colpo. E pur considerando che anche l'utente medio Internet è sufficientemente scaltro resta comunque una cospicua percentuale di persone, stimabile in qualche migliaio, che al minimo andrà a buttar via dei soldi ed al massimo rischierà danni alla salute!

Per fortuna Internet offre anche la possibilità di avere opinioni e confronti con migliaia d'altre persone che magari o hanno già preso la fregatura o forniscono argomentazioni più che valide a mettere in guardia i più sprovveduti.

Il secondo aspetto ha invece a che fare direttamente col prodotto. Prodotto che anni fa era uscito dal circuito perché era stato abbondantemente sputtanato e che ora viene riproposto. Ovviamente cercando opinioni in rete si trova anche qualche voce fuori dal coro delle negatività ma sembra abbastanza ovvio che questi pochi possano essere degli interventi...pilotati!

I prodotti miracolosi di cui è composto tra cui questo tipo di cactus proveniente dal Sud Africa (Hoodia gordonii) la dicono lunga e sono ben noti i loro (non) effetti, men che mai quello di far sciogliere i grassi accumulati visto che si tratta di un banale inibitore dell'appetito che tra l'altra funziona soltanto al di sopra di una certa soglia normalmente presente negli obesi e che quindi, nelle classici pancette dei o delle 40-50enni non funzionerebbe!
Dimagrire senza far niente: mi risulta un solo modo, non mangiare. E chiudiamo il cerchio visto che non mangiando difficilmente si riesce a far altro perché come diciamo a Roma sacco voto nun sta' 'n piedi

sabato 23 gennaio 2010

Avviamento al lavoro. Per legge e di corsa

Due novità nel panorama politico nostrano. Non mi riferisco né al matrimonio notturno della Gelmini né al fiorire di candidature vecchie e nuove per le prossime regionali.
Sto invece pensando a quanto è stato detto di recente a proposito dei giovani, o meglio, dei giovanissimi: gli adolescenti.
In primo luogo un ritorno al passato, all'avviamento al lavoro degli anni 40, 50 e 60. Visto che, ci dicono, l'obbligo di istruzione fino a 16 anni tiene sui banchi un numero altissimo di giovani tanto vale dar loro la possibilità di andare a lavorare: o meglio, fare apprendistato durante l'ultimo anno al posto della frequenza a scuola.
Secondo me i soliti cerebrolesi avranno fatto due calcoli: visto che ci sono migliaia di insegnanti precari che presto resteranno addirittura senza neanche le supplenze riduciamo ancora il numero dei ragazzi e cioè l'esatto contrario di quanto servirebbe.
Ancora una volta ed in direzione (ostinata e contraria diceva De Andrè) completamente diversa da quelli che sono gli indicatori che ci vengono dal resto d'Europa, e del mondo, i nostri geniali governanti legiferano, macché dico legiferano...emendano le finanziarie in commissione lavoro fregandosene altamente del confronto con i diretti interessati (sindacati, parti sociali, opposizione) e poi arriveranno col disegno di legge in parlamento approvandolo a botte di fiducia o per decreto!
Che ci siano da sempre stati, nelle scuole d'ogni ordine e grado, gli scaldabanchi è cosa più che nota; che ci siano migliaia di braccia rubate all'agricoltura è ovvio ma ancora una volta, ricordando il bravo Silvio Orlando ne "La Scuola" del 1995 (mi pare) "ancora una volta abbiamo dimostrato che la nostra scuola è fatta per coloro i quali non ne hanno bisogno!". Ma come? Cosa nota che il nostro paese, rispetto ai nostri concittadini comunitari, è quello col il più alto tasso di analfabetismo di ritorno cosa si propone? Dar la possibilità ai più svogliati di avviarsi al lavoro e diventare ancora più ignoranti. Ma se ci sono leggi che impongono, ed era ora, persino ad un meccanico, d'avere il diploma professionale per aprire un'officina? O, di contro, che il tutto serva ad alimentare le casse delle migliaia di cosiddette scuole private che a fronte di rette piuttosto alte offrono corsi per parrucchieri, estetisti e quant'altro?
E poi, mi chiedevo, quali potrebbero mai essere i lavori a cui avviare i ragazzini e le ragazzine quindicenni? Sciampista? Garzone di bottega? Banchista? E non sono forse questi i cosiddetti lavori umili che si dice in Italia nessuno vorrebbe più fare? Anzi, i lavori che qualsiasi extracomunitario aspira a fare nonostante la laurea che tantissimi di loro hanno!!! E infine: ma se ci sono laureati che devono umiliarsi ad accettare lavori completamente diversi da quello per cui hanno sgobbato come pensare che un 15enne possa trovare spazio anche come apprendista a gratis?
Da diversi anni ormai, e soprattutto per cercare di restare al passo con il resto d'Europa in primo luogo, ma anche col resto del mondo alla lunga, un diploma è diventato, in termini di possibilità d'impiego, equipollente a ciò che poteva essere la licenza media negli anni 50 o 60. Per fare un esempio una volta si avviavano alla carriera militare nel ruolo dei sottufficiali (da sergente a maresciallo per capirci) persone in possesso della sola licenza media ed a partire dai 16 anni si poteva iniziare la scuola. Da diversi anni per lo stesso ruolo occorre essere diplomati, si accede alla Scuola Marescialli e dopo tre anni si conseguisce una vera e propria laurea triennale uscendo col grado di Maresciallo Ordinario destinato a ruoli che possono anche comprendere quello di comandante di stazione dei Carabinieri. E in analogia, nel ruolo ufficiali per il quale una volta bastava il diploma, adesso vengono preferiti i laureati! E' un esempio un po' ironico questo...se ne sono accorti persino nelle Forze Armate!
Il ruolo dell'istruzione, qualunque essa sia, è fondamentale e indiscutibile, altro che avviamento al lavoro. Meglio un ragazzo che magari arriva al diploma a spintoni e con fatica che uno che a 14-15 anni molla tutto e tutti per restare talmente ignorante che sì, saprà anche leggere e scrivere ma dopo aver letto una pagina di giornale (se mai lo facesse) non avrà capito nulla di quanto c'è scritto o che non saprà compilare un modulo, un questionario!!! Tanto alla fine quello stesso ragazzo finirà comunque, selezionato dal filtro del mondo del lavoro, a fare quegli stessi lavori che qualcuno vorrebbe fargli iniziare a 15 anni!
La seconda novità sta in ciò che Brunetta ha detto e che lui stesso ha definito provocazione. Sarà. Prendendo spunto da una sentenza (talmente priva di senso da rasentare il surreale) che ha condannato un padre divorziato a continuare a passare gli alimenti alle figlia 32enne ancora iscritta all'università ma fuori corso da 8 anni (!!!) il ministro ha asserito che cercherà di fare una legge che metta fuori di casi i figli a 18 anni.
Fuori di casa a 18 anni e per legge...manco i nazisti!!!
Ed ha rincarato la dose fornendo ampie spiegazioni al vastissimo pubblico della nota trasmissione televisiva nazional popolare "Domenica In" suscitando al contempo le ire del suo collega ragioniere di stato Tremonti. Perché? Per via della sua proposta di aggiungere la fantasmagorica cifra di 500 € mensili come buonuscita casa! Stendiamo un velo pietoso sulle eventuali fonti aliene per ottenere queste risorse (le pensioni di anzianità!!!). Ma anche si vivesse in Olanda dove ai giovani disoccupati lo stato fornisce un sussidio accollandosi "la responsabilità" del non aver dato loro il modo di lavorare ognuno di noi sa che oggi come oggi con quella cifra non si va lontano.
I bamboccioni ci sono e ci sono sempre stati! Il caro Brunetta si è dimenticato che a fianco della minoranza che resta a casa perché gli fa comodo la maggioranza lo fa perché costretta dalle attuali condizioni socio economiche. E' innegabile che questa è la prima generazione in cui i figli stanno peggio dei padri dove è loro negato persino il sogno di poter realizzare un futuro. E questo, secondo, me si lega a quanto detto nella prima parte.
Ancora una volta anziché non dico fare ma almeno provare a mantenere una delle promesse elettorali assistiamo, attoniti e quasi rassegnati, alle iniziative personali, alle fanfaronate, alle proposte talmente insensate da risultare frutto di vaticinio e cabale irrazionali piuttosto che di menti pensanti.
E, amaramente, continuo a cercar risposta: ma i miei concittadini in questi ultimi 15 anni, dov'erano? E dove sono quelli che un tempo scendevano in piazza per molto meno?
E la domanda che qui riporto volentieri mi torna a proposito!

mercoledì 20 gennaio 2010

Riabilitare Craxi

Appena ho iniziato a sentire le prime voci di riabilitazione e glorificazione di Craxi questa sequenza, tratta da uno dei cult movie di Tomas Milian, è stata la prima immagine a cui ho pensato! E dopo un breve lavoro di editing ve la ripropongo. Perché come dice giustamente "er monnezza" si dovrebbe dir bene di qualcuno quand'è vivo, non certo da morto

 

Santificare Craxi

martedì 19 gennaio 2010

Paradossi Haitiani

Le immagini che illustrano questo post sono tutte precedenti il terremoto e rappresentano la condizione haitiana in regime di normalità (N.d.R.).

Tra le tante cose che Cristoforo Colombo non si sarebbe mai aspettato sbarcando nel 1492 sull’isola che egli stesso (ri)battezzò Hispaniola è che quella sarebbe diventata una delle prime nazioni americane a proclamarsi indipendente già nel 1804: Haiti. E ciò, nonostante l’ultimo tentativo di Napoleone che inviò due anni prima decine di migliaia di soldati destinati a morire più di malattie tropicali che di spada o moschetto.

Come in una sorta di contrappasso, furono proprio gli echi lontani della rivoluzione francese, i proclami che abolivano, ma solo sulla carta, la schiavitù, la dichiarazione dei diritti dell’uomo e cose del genere, a provocare i moti di ribellione tra la popolazione di colore importata in catene dall’Africa fin dal XVI secolo e, fino ad allora, schiavizzata dai coloni francesi soprattutto per la faticosissima coltivazione della canna da zucchero.

Una popolazione in decisa maggioranza formata da neri d’origine centro-africana, ma anche di una dozzina di sfumature di colore della pelle dovuti a decine di generazione di incroci e figli illegittimi tra bianchi e nere per lo più, ma anche tra neri e bianche; fino ad avere dei mulatti (o meglio creoli come dicono da quelle parti) la cui tonalità ambrata delle pelle poteva facilmente esser scambiata per quella di un bianco abbronzato. Classi sociali che andavano dai paria rappresentati dagli schiavi, merce spesso piuttosto preziosa e venduta negli appositi mercati isolani, fino a creoli, schiavi affrancati a loro volta possessori di schiavi, e quanti erano chiamati petit e grand blancs ad indicare francesi purosangue ma di bassa od elevata e nobile estrazione sociale rispettivamente: ex marinai, commercianti, piccolo borghesi, artigiani o nobili proprietari terrieri.

Ma gli eroi popolari di Haiti, allora detta Santo Domingo, quali lo stesso Toussaint l’Ouverture, morto in una freddissima prigione francese e a cui è intitolato l’odierno aeroporto di Port-Au-Prince, altro non erano che la grottesca imitazione della grandeur francese da parte di generali con la feluca, ma la pelle di un altro colore.

Corrotti e corruttibili e che hanno dato il via ad un processo sì di liberazione dal giogo coloniale, ma che è proseguito in un progressivo impoverimento delle condizioni di vita di qualche milione di abitanti a fronte di un altrettanto progressivo arricchimento di una classe dominante costituita da pochissimi.

Con spagnoli, inglesi ed i neonati statunitensi pronti fin dalla fine del XVIII secolo a sostituire i francesi nel possesso dell’isola, il tutto non ha fatto altro che tentare di riprodurre il modello economico precedente, ma in totale assenza di organizzazione.

Non voglio certo dire che il modello coloniale e schiavista precedente fosse migliore giacché sappiamo tutti che il significato primo del colonialismo è solo quello di sfruttare ed ottenere profitto col minimo investimento (ovvero costo della manodopera praticamente nullo), ma è un dato di fatto che questo è quasi sempre stato seguito da lunghissimi periodi di auto celebrazione e di culto della personalità tali da nascondere alle masse i veri scopi dei cosiddetti liberatori: liberarsi da qualcuno affinché si liberi il posto che questi occupava. In altre parole, sembra proprio che i paesi ex colonizzati altro non sappiano fare altro che sperimentare lo stesso tipo di dittatura o governo fantoccio che hanno subito fino al giorno prima su loro stessi. La cosa è forse giustificabile per l’assenza di memoria storica precedente.

E così dopo Toussant, che non fece in tempo a praticare ciò che aveva provato pochi anni prima (con un accordo coi francesi in cui chiedeva potere e libertà solo per sé ed i suoi), si arriva, in un altalenante passaggio tra dominazioni più o meno palesi e dittatori da operetta, a figure come quella del famigeratoPapa Doc e suo figlio Baby Doc.

E nei decenni recenti il tutto farcito dalla assoluta inutilità ed inefficienza delle missioni ONU che siano state sotto forma di caschi blu brasiliani o cinesi che sotto forma delle varie ONG. Talmente inefficienti (e idiote) da non essersi minimamente preoccupate d’andare a mettere la propria caserma in un edificio piuttosto malandato poggiato su uno dei territori a più alto rischio sismico del pianeta.

Con quelle condizioni di partenza, seguite e perdurate nei secoli, non è difficile capire come Haiti sia diventato il paese più povero delle Americhe. Con un reddito procapite pari a 1300 dollari l’anno che lo pone al 203mo posto su 229 paesi del mondo, col 60 percento di disoccupati ed una delle mortalità infantili più alte del mondo. In un paese abbandonato a se stesso, alla deriva sulla placca caraibica, schiacciato, non solo tettonicamente, tra quella nordamericana e quella sudamericana, non è altresì difficile comprendere come un terremoto devastante sia stato effettivamente tale; come sia tragicamente facile arrivare a parlare di 200.000 morti, due milioni di senza tetto e ancora decine di migliaia di dispersi ormai senza più speranza di vita. Non ci si meraviglia di fronte ai nuovi alberghi, alle caserme, ai palazzi governativi, crollati al primo colpo.

Se a distanza di mesi anche i più ingenui iniziano a comprendere che le responsabilità di molte delle vittime abruzzesi è stata anche in quella sabbia messa al posto del cemento, nessuno, credo, si meraviglierà della devastazione dell’isola caraibica. E ancora se, come molti tristemente sanno ci vorranno anni per rivedere l’Aquila che conoscevamo, ci vorranno decenni per Haiti.

In tutto questo, continuo amaramente a non capire come si possa andare a prendere il sole in villaggi turistici che alle spalle, a pochi chilometri, hanno delle bidonville ed, altrettanto tragicamente, a non capire come il mondo possa mobilitarsi all’istante per la tragedia haitiana dimenticando da decenni, è solo un esempio, quella sudanese. Ma queste sono altre storie.

P.S.: l’ultimo romanzo di Isabel Allende, “L’isola sotto il mare” è ambientato proprio nel periodo coloniale di Haiti.

Articolo pubblicato su Mentecritica

sabato 2 gennaio 2010

Giano

BUON ANNO A TUTTI

E soprattutto a me (...) visto che per una serie di motivi il bilancio del mio è complessivamente piuttosto deprimente: a parte alcuni brevi momenti di gioia ed euforia (le vacanze, il viaggio a Parigi, la laurea di mia figlia, le scorribande in moto in ottima compagnia) il resto è stato quasi costantemente denotato da un profondo stato di apatia, con voglia di lavorare o fare sotto i piedi, con assenza di gratificazioni ed un pessimo stato d'animo, tutte cose lontanissime dal mio carattere.

Con dei continui cambiamenti d'umore passando a volte nel giro di poche ore da stati d'animo quali la tristezza o la demotivazione ad allegria ed entusiasmo. Stress? Mah..direi più semplicemente scazzo e nausea ormai incontenibili.

Il tutto aggravatosi nel Q4 (ultimo trimestre di un anno); come direbbero i markettari ovvero le persone del marketing con allusione al concetto di meretricio ben espressa dal vocabolo caro a Petrolini.

Come -spero- molti sanno il nome 'gennaio' deriva da 'Giano', una delle tante divinità romane che era rappresentato come un essere a due teste contrapposte, detto per questo bifronte proprio a simboleggiare un passaggio, un nuovo inizio, un cambiamento ed i romani si rivolgevano a questo dio ogni qual volta ad esempio dovevano intraprendere una nuova attività. Giano che guarda al nuovo anno ma che contemporaneamente guarda al passato. Se dovessi guardare indietro a quanto ho lasciato direi che dovrebbe esser buttato quasi tutto tranne, come già detto, quei rari momenti.

Cercherò quindi di guardare avanti, di concentrarmi sul cambiamento, sulle incognite del futuro o forse farei meglio a valutare le concrete presenze del presente, inteso come stato di fatto? Gli economisti si lamentano spesso della cosiddetta crescita zero, ma se ciò significasse semplicemente avere domani quanto abbiamo oggi non sarebbe forse già un gran bel vivere? Inizio a sproloquiare.

Gennaio è anche il mio mese, nel senso che alla fine di questo mese festeggerò un altro compleanno della serie degli anta...non abbastanza per cambiare titolo a questo blog comunque!

Infine, tanto per aprire l'anno in bellezza e nonostante sia perfettamente convinto che le mostruose gaffe di mister B siano studiate per distrarre l'attenzione riporto volentieri quanto appena letto.

Nello spirito di Giano guardando all'indietro per non dimenticare che, tutto sommato, c'è gente più idiota(*) del sottoscritto anche se credo, ormai rassegnato, che al peggio non c'è mai fine.

http://www.huffingtonpost.com/2009/12/23/berlusconis-blunders-a-ye_n_393191.html

(via "Il cappello del giullare")

(*) vedo idiozia, in lui come in molti come lui, soprattutto in considerazione del fatto che, potendo ritirarsi a vita privata che dir da nababbo è poco (denaro, potere, possedimenti, fanciulle e Viagra compresi!) che fa? Continua a massacrarsi di lavoro a 73 anni!!! Lavoro tra l'altro assolutamente improduttivo per i più...