lunedì 20 dicembre 2010

Polizia idraulica fluviale

E dopo che da qualche anno la Polizia Provinciale si fa vedere sempre più frequentemente sulle strade ora ecco anche la Polizia Idraulica Fluviale...
A quanto pare l'unico ed acclarato scopo è della Polizia Provinciale è quello di piazzare autovelox imboscati su tratti di strade statali su cui impongono un dazio di passaggio per deroga ed in deroga ad almeno una trentina di decreti, leggi, decretini e leggine statali, regionali e, che ve lo dico a fare, provinciali. Neanche fossimo nel 1400 quasi 1500 (da vedere)!
Quando stamattina davanti a me è comparsa, molto lontano da qualsiasi fiume tra l'altro, questa Panda del 99, ovviamente 4x4, con la roboante scritta "Poliza Idraulica Fluviale" e tanto di peretta blu la domanda è sorta spontanea: "Metteranno dei panteganavelox lungo gli argini del Tevere?"
Ovviamente della serie 1. creiamo un ente, 2. assumiamo gli amici, 3. buttiamo i soldi che tanto qualche fesso che paga c'è sempre
Per informazioni ufficali sulla Polizia Idraulica qui

domenica 19 dicembre 2010

Preventivamente

Piazza del Popolo noi cantavamo
ed eravamo una sola cosa ...
poi tutt'a un tratto gente che piange
gente che spinge
gente che va in terra ...
mi trovo a correre come un dannato
non ho più fiato non so dove andare ...
non so dove andare ... non so dove andare ...

(Claudio Baglioni. 1972)
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A metà strada tra quanto avvenuto il 14 dicembre scorso e quanto avverrà mercoledì prossimo ho deciso di dire anch'io la mia. Finora ho taciuto per evitare di cadere nella provocazione facile ma se il diritto democratico di dire stronzate ce l'ha Gasparri -ahimé da sempre e su qualsiasi argomento- voglio avvalermene anch'io, almeno sui fatti recenti di Roma.

Premetto innanzi tutto che non reputo improbabile che una pur minima parte dei cosiddetti violenti della manifestazione del 14 dicembre scorso siano infiltrati messi lì a bella posta da oscuri figuri paragovernativi così come Kossiga ai tempi mandava poliziotti ad estrarre P38 per dar la scusa ad altri poliziotti ed altri di sparare su manifestanti pacifici o quanto meno caricare cortei chiassosi e, credetemi, negli anni 70 come si dice, io c'ero.

Tolta questa minima parte la maggioranza agisce compatta, organizzata, preparata (ci vuole tempo anche solo a disegnare gli scudi che riportano i titoli e gli autori dei più bei romanzi siano mai stati scritti) e soprattutto pronta a menare le mani: se vai ad una manifestazione con casco e passamontagna non stai certo preparandoti ad uscire in moto d'inverno e dopo tutto potrei testimoniare sia per aver portato con me un casco in un paio d'occasioni nei lontani anni di piombo sia perché spesso esco in moto d'inverno.

Detto questo quanto successo a Roma pochi giorni fa lo capisco e lo giustifico. Avete letto bene. Lo giustifico. Posso non condividerlo ma non posso non giustificarlo.

Con dei mezzi assolutamente inopportuni e coinvolgendo mezzi, oggetti e persone innocenti che costituiscono i cosiddetti danni collaterali quei ragazzi sono la punta dell'iceberg che rappresenta il disagio ed il malessere che vivono e vivranno per chissà quanti anni a venire, nell'incertezza e nel dubbio generati da una classe dirigente che per profitto ha trasformato la flessibilità in precarietà ed instabilità come costante.

A questi ragazzi è negato persino il sogno di un futuro rispetto a quelli della mia generazione che se non altro poteva almeno sognarlo un futuro a nostra misura. La loro azione è tesa anche a raccogliere adesioni tra gli esponenti moderati dei manifestanti, adesioni che non avranno perché da sempre queste frange sono minoritarie soprattutto in un paese come il nostro nel quale per accendere una reazione occorrono decenni di soprusi e vessazioni e, a quanto pare, i miei concittadini non ne hanno abbastanza e sono piuttosto assuefatti (e soddisfatti?) allo status quo.

A chi patteggia per le forze dell'ordine rammento che chi tirava loro di tutto, dalle sedie dei bar ai sampietrini, lo faceva contro l'unico simbolo dello stato che li ha spinti all'esasperazione: la divisa che in questo caso è vista come indossata da coloro i quali difendono gli esponenti di quel malgoverno che contestano violentemente. Così come per noi ragazzi degli anni '70 il "celerino" (nome derivato dal tristemente famoso reparto "Celere" della PS) era spesso messo in rima con "assassino" per questi del 14 dicembre scorso è concettualmente la stessa cosa. Il famoso bullone tirato in testa al Michele Placido/-poliziotto di “Romanzo popolare” non era per lui…

E voglio ricordare quale sia l'oggetto che ha risvegliato e scatenato un movimento studentesco che sembrava sopito o del tutto assente: il famigerato, deleterio e criminale DDL "Gelmini" sulla riforma della scuola e dell'università. Riforma avversata da chiunque abbia un minimo di caro vecchio buon senso e contestato trasversalmente da insegnanti e studenti di scuola ed università, da gestori, dirigenti, tecnici e ricercatori, da nord a sud. E sull'onda di questo movimento di protesta giunto al culmine proprio quando l'Italia ha scoperto che si può acclamare come schiacciante una vittoria anche vincendo con 314 punti contro 311.

Ed il DDL del più devastante ministro della PI che l'Italia abbia mai avuto (nessuno ha mai fatto bene ma neanche la Falcucci aveva fatto tanti danni) non è una scusa per far casino. E' esso stesso l'oggetto del contendere. Perché per i giovani, soprattutto per quelli più esasperati e delusi, rappresenta la negazione del sogno di cui parlavo prima. Quand'è infatti che i giovani iniziano a sognare la costruzione del loro futuro se non a scuola e ancor di più all'università nella facoltà che hanno scelto volontariamente a rappresentare le loro aspirazioni?

Ecco perché la protesta che degenera facilmente in manifestazione esasperata di ricerca di cambiamento con mezzi impropri ma che, ripeto, giustifico.

E penso a mercoledì prossimo quando il DDL sarà portato in Senato e contemporaneamente il movimento studentesco ha preparato una seconda manifestazione. E penso a Gasparri ed alla sua (ultima) stronzata. L'arresto preventivo.

E allora arrestate anche me visto che, almeno nelle intenzioni, potendo farei molti più danni e soprattutto non collaterali ma diretti, contro la classe dirigente che sta devastando questo nostro paese.

E come tante volte è stato scritto e detto, allora arrestateci tutti.

venerdì 10 dicembre 2010

Il pesce non è carne?

Premessa

Si è sposata in chiesa, in bianco virginale,
dopo aver convissuto sei anni col suo compagno
ed aver avuto almeno altri tre uomini prima di questo.
Ha guardato nausata e scocciata il barbone che gli ha chiesto l'elemosina...
Non va a messa praticamente mai...tranne quando praticamente obbligata dagli eventi (battesimi, matrimoni, funerali)
Se prega lo fa soltanto per invocare i suoi santi e le sue madonne a favorirgli questo o quell'altro evento molto terreno..
Sbeffeggia i musulmani che non mangiano carne di maiale o gli indiani che non mangiano le vacche...
Non conosce neanche il significato del digiuno della quaresima

Però la vigilia di Natale e di Quaresima non mangia carne…
…un pezzaccio di ginocchio per farci un brodo no, ma il salmone od il caviale sì…

A parte che il pesce oggi è spesso più caro della carne mentre fino al secolo scorso era considerato un cibo da poveri questa storia che si deve star leggeri, mangiare magro insomma, è tradizione ebraica, della vigilia del loro sabato (shabat) e non ha nulla a che fare con la dottrina cattolica: la chiesa infatti non ha mai dettato una regola in proposito!

E' insomma tradizione popolare e non dettata, tradizione tra l'altro diversa da regione a regione. Se proprio volessimo dirla tutta la chiesa nel Medioevo era arrivata a citare qualcosa come 150 giorni l'anno di magro, tra l'altro in quaresima appunto ma non alla vigilia di Natale.

Una tradizione popolare né più né meno che quella del panettone, dello zampone con le lenticchie o della pizza con le uova sode ed il salame a Pasqua. Una tradizione che fa schizzare alle stelle i prezzi già alti nelle pescherie che arrivano a rincarare fino al 30% in più persino il comunissimo pesce azzurro o le nauseanti e grasse trote d'allevamento.

E poi scusate ma quella del pesce non è forse carne irrorata di sangue proprio come quella degli altri animali? Il contributo proteico del pesce è pari a quello delle carni rosse. E si mangia carne per assumere essenzialmente proteine.

Lo penso da moltissimi anni e non posso che confermarlo. Natale è bello perché si sta in famiglia e con le persone che amiamo a noi vicine, è un momento che fa da collante e che interrompe quei distacchi dovuti a questa vita che ci fa dimenticare certi suoi aspetti importanti ma, per il resto, è forse la festività più ipocrita e fasulla che ci sia al mondo! Talmente mercanteggiata che si è diffusa persino in quei paesi che di cattolico non hanno proprio niente!

PS) non mangio pesce né nulla di ciò che nuoti, cammini di traverso od all'indietro o viva attaccata a scogli e fondali marini!