sabato 24 dicembre 2011

Norvegia vs Italia-Senegal 76-2

E non facciamola tragica o meglio, italiana, che ha il melodramma nel suo DNA: infarcita di chiacchiere di condominio e reportage da negozio di parrucchiere.

Pochi mesi fa in Norvegia, fulmine a ciel sereno, un esaltato con ormai comprovati seri problemi di stabilità mentale massacrò settantasei ragazzi inermi non prima di aver contemporaneamente organizzato un attentato con tanto di auto bomba. Uno xenofobo neonazista , fondamentalista cristiano, decisamente squilibrato in preda a delirio di onnipotenza e troppo armato.

Pochi giorni fa a Firenze, un altro personaggio, antisemita, decisamente fascista, xenofobo e razzista ma più che altro demente, tale Gianluca Casseri (è interessante notare come la maggioranza delle pagine Internet che lo citano siano inglesi), ha sparato a degli altrettanto innocenti senegalesi che secondo lui avevano il solo torto di essere neri ed ambulanti: ne ha ammazzati due e ferito un terzo prima di riuscire, ahimé, a farsi saltare la testa.

Strage, titolavano i giornali: esagerati. Neanche fosse stato uno dei folli assassini che ogni tanto le cronache statunitensi ci raccontano, ora in una scuola, ora davanti nel parcheggio di un centro commerciale e qualche volta, nell’atrio di una stazione ferroviaria.

Ovvio che non esiste una misura per questi due episodi egualmente esecrabili ma mentre per i fatti norvegesi i loro media hanno fin dall’inizio saputo tenere lontane le facili speculazioni da noi si è passati come sempre all’eccesso, tanto per distrarci da ben altre problematiche.

Voglio minimizzare insomma, volare molto più basso pur condannando certamente l’episodio. Ritengo quanto accaduto a Firenze dello stesso peso di quanto vede spesso protagonista la follia in genere, domestica o no: ma quale xenofobia, razzismo, ghettizzazione della comunità senegalese (o di qualsiasi altra provenienza!), intolleranza strisciante, fiorentini e toscani tutti peggiori dei peggiori leghisti…

Si è trattato di un episodio circoscritto e limitato alla follia, ancorché momentanea, che colpisce qua e là con radici impossibili da analizzare col senno di poi. Né più né meno che quel che succede a chi spara al prossimo per una lite scatenata per problemi di traffico o di parcheggio.

Merry Crisi. Concordo

lunedì 19 dicembre 2011

Over 45

Proprio a 45 anni non molti anni fa provai sulla mia pelle cosa significhi perdere un lavoro e ritrovarsi a spasso con tante belle qualifiche, attestati, certificazioni ed esperienza ultradecennale e fui anzi abbastanza fortunato nel ricollocarmi, sebbene da freelance per circa tre anni: ma non prima di aver toccato con mano quella categoria di sciacalli rappresentata dai cosiddetti head hunter pronti a rivenderti a quattro soldi agli onnipresenti datori di lavoro che vorrebbero il massimo al minimo costo.

Questo valore anagrafico spesso fa da limite di categoria in molti campi, soprattutto lavorativo. Forse perché ipotizzando che vivere fino a 90 anni è un gran bel traguardo allora 45 rappresenta il confine tra salita e discesa, proprio come il sottotitolo al questo mio blog. Sicuramente perché dire “ho 42 anni” ricorda più da vicino il 40 che non il 50 di chi dice ho “48 anni”; fortunatamente non penso nulla ricordando che il prossimo 28 gennaio saranno 54!

Ciò premesso a quanto pare, nonostante infinite promesse, nel deserto di eventuali proposte per la famosa chimerica ripresa dei parametri di crescita economica nazionale ci si è ancora dimenticati una volta della ancor meno tutelata categoria degli over 45. Nessuna proposta di incentivi alle imprese che li (ri)assumano e sembra che esistano solo donne e bambini, quelli che giustamente sono da salvare per primi. E mi riferisco soprattutto alla sottocategoria degli over 45 in possesso di qualifiche professionali, elevate competenze, esperienza e maturità operative preziosissime ma, ahimé, troppo costose per coloro i quali dovrebbero assumere e che preferiscono due o tre giovani inesperti al prezzo del valore di quel che una volta si diceva la mezza età.

Il guaio di questa categoria è proprio quando dovrebbe essere un vantaggio: spesso ci si sente rispondere che siamo troppo qualificati che è poi la scusa per non essere pagati non dico quanto si dovrebbe normalmente percepire ma per lo meno avere un importo che non sia umiliante e che possa magari stimolare l’affezionamento al lavoro ed all’azienda, cosa pressoché impossibile per un giovane, inesperto, contrattista e quindi precario. E questa cosa accade continuamente: aziende che sfruttano esperienza, professionalità e dedizione al lavoro con contratti a progetto più o meno lungo e che poi liquidano con la scusa della mancanza di fondi contemporaneamente con altre assunzioni!

Gli sfortunati professionisti che, over 45, si presentano ai colloqui di lavoro con in testa il concetto del visti e presi restano quasi sempre amareggiati e delusi dalla diffusa mentalità aziendale per cui conta solo il prossimo bilancio e che sia positivo: non importa che siano dipendenti od ex tali, finti o veri autonomi, non fa alcuna differenza. Tutti sono vessati e maltrattati con modalità che sono specifiche del caso, ma che si possono ricondurre ad unica ragione fondamentale dal punto di vista delle aziende: spendere il meno possibile e fregandosene della qualità, delle prospettive di lungo termine, della crescita: il massimo al minimo costo appunto.

Cittadini che hanno spesso pagato oltre 20 anni di contributi e che si trovano nelle condizioni di non sapere come affrontare i prossimi 20 ed oltre, viste le recenti riforme e con la consapevolezza che la pensione sarà una parte spesso non superiore al 50% della loro retribuzione. Troppo vecchi per lavorare ma inesorabilmente troppo giovani per la pensione.

Altro che tesserino europeo di qualifica professionale: un altro inutile orpello partorito dalle menti dei solito burocrati che giustificano la loro presenza sventolando lo stesso pezzo di carta da almeno un decennio.

Tutto questo mentre proprio in questi giorni si legge di come si continuino a sprecare enormi risorse in settori già maturi e saturi con stipendi od aumenti di questi ingiustificati ed ingiustificabili il problema della disoccupazione over 45 si ripropone a fronte della reiterata mancanza persino di accenni.

Non posso far altro che concludere che purtroppo non ci sono parametri di misura adeguati per stabilire il maggiore o minore peso sociale di questo fenomeno rispetto a quello drammatico della disoccupazione giovanile: giovani a cui hanno tolto persino il sogno di un futuro possibile.

mercoledì 14 dicembre 2011

Longevità

Pare che noi italiani siamo tra i popoli con la maggiore longevità al mondo.

Sarà mica che tra caso e necessità, cause principali della selezione naturale, noi italiani ci stiamo adattando a vivere più a lungo pur di prendere la pensione?

Ci mancherebbe altro che versare 50 anni di contributi, andare in pensione verso gli 80 anni e poi schiattare subito dopo!

lunedì 12 dicembre 2011

Fumi? No. Ho smesso.

E-facile-smettere-di-fumareDa molto tempo avrei voluto portare su queste pagine la mia testimonianza diretta su come sia stato per me semplice smettere di fumare.

Mi rivolgo direttamente ai fumatori che spero potranno diventare a breve degli ex come me; i non fumatori che difficilmente capirebbero determinati punti di vista potranno invece fare tesoro di quanto leggeranno parlandone a fumatori di loro conoscenza.

E tutto questo grazie alle parole scritte di un fantastico libro qual è “E’ facile smettere di fumare se sai come farlo” di Allen Carr.

Sono ormai quasi quattro anni che ho gettato via la mia ultima sigaretta e fin dai primissimi giorni in cui non ne ho più accese ho sempre saputo trovare nelle parole di Carr le motivazioni a non mollare, senza impegni particolarmente onerosi, senza sforzi sovrumani, senza viverlo come una punizione ma molto più semplicemente conscio del fatto che fumare è da imbecilli. E visto che non mi considero tale il resto è stato quasi ovvio.

Altre volte avevo provato a smettere ma in maniera non del tutto conscia e quindi forzatamente pretesa. La reazione fu quindi quella di riprendere pressoché subito o di non smettere mai in effetti di fumare.

Un primo errore, che viene ampiamente spiegato nel testo di Carr, è quello di prendere surrogati della nicotina nel tentativo di liberarsi della sigaretta. E quindi gomme, cerotti o sostituti del genere che servono soltanto ad ingrassare le già ricche tasche delle aziende farmaceutiche che producono queste cose. La prima cosa da fare è liberarsi della nicotina che circola nel sangue ed è quindi ovvio che assumerne in altre forme certamente rende vano ogni sforzo in tal senso.

Oltre ad essere un best seller diffusosi soprattutto col passa-parola questo libretto in vendita presso librerie ed autogrill oltre che ovviamente online rappresenta e descrive quanto ogni fumatore più o meno consciamente sa o, di contro, porta la testimonianza diretta di un fumatore accanito che ha scoperto in autonomia tutto ciò che ogni altro fumatore fa difficoltà ad ammettere: l’unica vera ragione per cui si fuma è la tossicodipendenza da nicotina. Il resto sono motivazioni di natura psicologica personali e sociali, dirette ed indirette, consce e soprattutto, le più difficili da comprendere, analizzare ed estirpare, quelle inconsciamente derivate.

Liberarsi dalla nicotina, primo fondamentale passo per liberarsi dalla dipendenza chimica e fisiologica è la parte paradossalmente più semplice. Tempo due o tre settimane di astinenza e il sangue è privo di ogni traccia di questa sostanza, la curva di abbattimento del tasso di nicotina cade esponenzialmente in maniera molto rapida e con variazioni che dipendono da persona a persona: dopo circa un’ora dall’aver fumato una sigaretta nel sangue ce n’è già la metà e questo ad esempio è il motivo per cui si sente il desiderio di fumare ancora. Dopo tutto la dipendenza da nicotina è un fenomeno anomalo rispetto ad altre: non ci si sveglia in piena notte col desiderio di fumare e già questo potrebbe far riflettere sul fatto che se l’organismo accetta di stare qualche ora senza nicotina potrebbe continuare a farlo per sempre.

L’autore del libro mette in evidenza in maniera a volte ironica ma sempre con semplicità estrema che fumare è come portare tutto il giorno ai piedi un paio di scarpe più strette di due numeri per il solo piacere di liberarsene alla sera; tutte le motivazioni indotte dall’esterno e che potremmo chiamare sociali si smontano facilmente alla luce della presa di coscienza di essere dipendenti dalla nicotina e non da altro.

Il fumatore, come tutti i tossico-dipendenti, è un mentitore. Mente a se stesso ed agli altri per giustificare la sua dipendenza, la sua necessità. C’è quello che afferma di non poter smettere in determinati momenti della sua vita particolarmente carichi di impegno e di stress e l’altro che invece dice di non poterlo fare perché sta per andare finalmente in ferie e allora sì che potrà godersi appieno le sigarette: fumare come associazione a concetti antitetici, di benessere o di malessere. C’è il fumatore che afferma che fumare piace e fuma sempre soltanto la sua marca preferita ma sa benissimo che in caso di mancanza prolungata di sigarette fumerebbe anche il cartone! Come fa a piacere una cosa che istintivamente da’ disgusto? Provate a ricordare la reazione alla prima sigaretta o come reagiscono i bambini se viene loro soffiato del fumo in faccia.

L’aspetto più appagante dell’aver smesso da fumare è quello della perdita di dipendenza psicologica, ritrovare la libertà dopo decenni di schiavitù, perché di questo si tratta: fumare è essere schiavi della presenza e dell’uso della sigaretta.

In una società quale quella occidentale dove fumare sta diventando sempre più impossibile, e per fortuna! Uffici, locali pubblici e privati, cinema, ristoranti, a breve forse persino gli stadi o per strada in determinate condizioni sono già off-limit per i i fumatori. Notate il fumatore ansioso che si accende affamato la sigaretta appena messo piede fuori dalla stazione o dall’aeroporto, quello che alla festa di amici si guarda intorno smarrito con la cenere nella mano e che finisce segregato in balcone per non dar fastidio agli altri; per non parlare della desolante immagine che offrono i fumatori che aspirano avidamente le loro sigarette fuori dei locali o degli uffici, nelle zone loro concesse, in pochi minuti e magari intirizziti dal freddo o sudati a causa della canicola. Non è forse schiavitù questa?

L’autore non si soffermerà a lungo sui danni fisici, neanche sull’aspetto economico di come si mandino letteralmente in fumo migliaia di euro ogni anno: quella è roba nota.

Credetemi. Metterà in evidenza analizzandoli con serenità uno per uno tutti gli aspetti psicologici che portano il fumatore a mentire: chiunque con un minimo di buon senso saprà trarne le dovute conclusioni. Certo, un po’ di buona volontà ci vuole, ma è davvero poca, non serve essere né dei martiri né degli asceti per smettere di fumare e se ci sono riuscito io, subito e senza sofferenza, potrete farlo anche voi.

Effetti collaterali? Nessuno. Qualche chilo in più ma non perché ci si abbotta di cibo per non fumare. Semplicemente perché il fumatore ha un metabolismo più rapido in quanto l’organismo tenta di liberarsi del veleno che viene immesso; quindi, smettendo il metabolismo rallenta, si mangia come prima e si tende a prendere peso.

Ultima considerazione che da’ molti spunti di riflessione ed approfondimento è quella del danno sociale che il fumo porta alla società. Ogni paese occidentale, la stragrande maggioranza dei media esaltano e condannano aspramente qualche decina di morti ogni anno per uso di eroina, cocaina od altre sostanze stupefacenti mortali ma fanno finta di dimenticare le migliaia di persone che ogni anno muoiono o si ammalano gravemente a causa del fumo con dispendio ed aggravio per i servizi sociali e sanitari. La lobby delle case produttrici di tabacco e derivati è potentissima, ancora oggi.

Lo stesso ovviamente dicasi per la dipendenza da alcool che è spessissimo associata a quella da nicotina (non il contrario).

Come nota a margine va detto che Allen Carr sull’onda del suo metodo the easy way ha scritto altri libri dedicandosi ai metodi facili per smettere di bere, di mangiare (male), per fumatori adolescenti, per donne fumatrici ed altro ancora.

Ho letto quello sul controllo del cibo ma in questo caso non mi sono trovato d’accordo, troppo anglosassone. Ma questa è un’altra storia sulla quale penso tornerò perché per me è stato molto più facile smettere di fumare che controllare il cibo.

domenica 11 dicembre 2011

Non per soldi ma per decreto

Dopo quanto appena riportato qui, e peggio ancora qui, nel giro di pochissime ore la rivolta dei politici, da destra e sinistra, dal centro alla periferia ed in maggioranza, sta portando ad avere dichiarazioni che rasentano il ridicolo se non fossero tragicamente vere.

Qual è insomma la critica maggiore che oppongono alla richiesta di tagliare di circa 5000 € al mese (netti) di emolumenti ai loro stipendi per adeguarli alla media europea? E’ che queste azioni non possono essere imposte per decreto dal governo, nessuno commissariamento insomma.

Ed il rifiuto arriva soprattutto dalla maggioranza dei deputati del centro destra; proprio coloro i quali che per anni hanno imposto a noi cittadini decine di provvedimenti legislativi per decreto violando le più elementari norme di dialogo parlamentare. Adesso che il decreto tocca i loro culetti non ci stanno. E non solo loro ripeto.

Stanno insultando la nostra intelligenza ed ascrivendoci poteri che mai ci sogneremmo di chiedere ma che tanto vorremmo: stipendi da cassaintegrato, niente pensione e soprattutto rendere loro finalmente impossibile permettergli di fare altri lavori mentre sono eletti in Parlamento e perché no, il taglio della testa, simbolico ovviamente, ovvero la cacciata a furor di popolo in caso di inadempienza.

Da numerosi politici, e la Mussolini è in ottima compagnia, dichiarano che i media che stanno cavalcando l’onda di questa protesta popolare lo fanno a rischio di aumentare la tensione già notevole che il popolo ha accumulato nei confronti della classe politica.

Chissà come mai adesso sono incazzati anche quelli che fino a ieri li hanno sostenuti politicamente?

Come spesso è accaduto in questo nostro miserabile paese il peggior esempio viene sempre dall’alto.

Era solo uno spinello

Un ragazzo poco più che ventenne di mia conoscenza tempo fa ha avuto un banalissimo incidente stradale: lui sul suo motorino è stato tamponato da un’altra autovettura con conseguente ruzzolone a terra e parecchie escoriazioni. Nulla di grave ma è stato comunque richiesto l’intervento di un’ambulanza che lo ha accompagnato in ospedale per accertamenti.

Ebbene, sembra sia la prassi in questo caso effettuare anche tutte le analisi del sangue con ricerca degli indicatori di alcool e sostanze stupefacenti e così, il giovanotto, è risultato positivo alla famosissima maria perché forse un paio d’ore prima s’era fatto…solo un innocente spinello.

Risultato: denuncia d’ufficio per “Guida in stato d’alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti” (Art. 187 CdS).

- Denuncia penale con conseguente processo e spese.
- 2.500 di multa immediata.
- Ritiro della patente e sospensione per un anno.
- Confisca del mezzo, spese di rimozione e di custodia in luogo chiuso e non pubblico a cura del proprietario. In questo caso per fortuna il proprietario è la mamma del ragazzo che ha una cantina perché altrimenti in mancanza di un posto auto in garage condominiale o di un box auto di proprietà la legge costringe al deposito in un garage privato o simile.
- Analisi del sangue da effettuare privatamente a pagamento, alla modica cifra di 500 € a prelievo, che servono a richiedere il rilascio della patente al termine del periodo di sospensione e da ripetere in seguito ogni sei mesi per due anni.
- Spese di dissequestro al termine del fermo amministrativo del mezzo e qui c’è un aneddoto interessante tipicamente italiano: sembra che il consiglio di un alto graduato della Polizia Municipale, in presenza di un collega, a questa mamma disperata sia stato il seguente: “Signo’…nun lo metta in cantina ma lo faccia sparì er motorino…così nun paga gnente doppo…”

La beffa oltre il danno è che a questo ragazzo, finiti gli studi, sarebbe piaciuto concorrere per entrare in polizia, nei carabinieri, magari in finanza od in qualche corpo militare.

Ovviamente adesso, con questo peccatuccio di gioventù che gli ha sporcato la fedina penale, queste cose se le può anche scordare.

Era solo uno spinello dopo tutto no?

sabato 10 dicembre 2011

Istigazione al suicidio

Alessandra Mussolini ha sostenuto oggi che togliere il sussidio, il vitalizio, insomma togliere qualcosa ai parlamentari corrisponde ad una istigazione al suicidio. Vorrei sottolineare che non è stata lei ad usare questa terminologia ma il giornalista: l’onorevole però non ha fatto nulla per smentirlo.

Dopo tutto bisogna compatirla. Dopo aver provato a farsi la pensione come attrice, fotomodella, conduttrice e persino cantante nei primi anni ‘80 con filmetti di serie B e trasmissioni di C non le restava che buttarsi in politica sostenuta da un cognome di sì nobile origine. Non credo che se si fosse chiamata Scicolone come la zia avrebbe fatto la carriera che ha fatto.

Questo è il guaio della democrazia.

 

Quindi se secondo lei togliere la pensione o 4-5000 € al mese ai nostri politici corrisponde ad esporli alle intemperie mandandoli in giro nudi per strada (parole sue) mi chiedo perché non inizi lei con un esempio concreto perché non credo d’aver capito bene…hai visto mai, una polmonite? Un tram…

Insomma alla stragrande maggioranza degli appartenenti alla casta come si ventila l’ipotesi di mettergli le mani in tasca si scatenano anteponendo alla più misera delle scuse la normativa ed il mancato rispetto delle procedure; a parte rarissime eccezioni, anche solo a titolo di buon esempio o più ragionevolmente solo per adeguarli ai loro colleghi europei.

Nota: in questa foto, contrariamente a quanto stavate pensando, sta cercando di fermare un taxi al volo dopo aver cantato ad una festa rionale.

mercoledì 7 dicembre 2011

Non tutti così, anche peggio

La notizia di oggi è questa; non sono meravigliato né particolarmente scandalizzato o, termine in voga, indignato.

Contro notizia è quella che in molti si augurano, o ne sono certi, che non tutti i frequentatori di Montecitorio o di Palazzo Madama sono come questi dipinti da quest'anonimo loro collega che li ha colti, come dire, nell’intimo!

Purtroppo sono convinto del contrario: e cioè che la maggioranza di coloro i quali fanno politica da quando è nata l’era Berlusconi è gente di questa pasta. Incompetenti arrivisti spara cazzate.

Di magro di vigilia

Si è sposata in chiesa, in bianco virginale, dopo aver convissuto sei anni col suo compagno ed aver avuto almeno altri tre uomini prima di questo.
Ha guardato nausata e scocciata il barbone che gli ha chiesto l'elemosina...
Non va a messa praticamente mai tranne quando praticamente obbligata dagli eventi (battesimi, matrimoni, funerali).
Se prega lo fa soltanto per invocare i suoi santi e le sue madonne a favorirgli questo o quell'altro evento molto terreno.
Sbeffeggia i musulmani che non mangiano carne di maiale o gli indiani che non mangiano le vacche
Non conosce neanche il significato del digiuno della quaresima

Però la vigilia di Natale non mangia carne; un pezzo di ginocchio per farci un brodo no, ma il salmone od il caviale sì.

Che poi c'è da sganasciarsi non tanto l'aspetto economico che vede il pesce molto ma molto più caro della carne quanto perché questa storia che si deve star leggeri, mangiare magro insomma, è tradizione ebraica, della vigilia del loro sabato (shabat) e non ha nulla a che fare con la dottrina cattolica: la chiesa infatti non ha mai dettato una regola in proposito. Che strano però, ogni volta che si pensa a qualche regola ecumenica si scopre che non ce n’è mai stata una in proposito e vice versa. 

E' insomma, quella del venerdì di magro, tradizione popolare e non dettata, tradizione tra l'altro diversa da regione a regione. Se proprio volessimo dirla tutta la chiesa nel Medioevo era arrivata a citare qualcosa come 150 giorni l'anno di magro, tra l'altro in quaresima appunto ma non certo alla vigilia di Natale.

Una tradizione popolare né più né meno che quella del panettone, dello zampone con le lenticchie. Una tradizione che fa schizzare alle stelle i prezzi già alti nelle pescherie che arrivano a rincarare fino al 30% in più persino il comunissimo pesce azzurro o le nauseanti e grasse trote d'allevamento.

E poi scusate ma quella del pesce non è forse carne irrorata di sangue proprio come quella degli altri animali?

Lo penso da moltissimi anni e non posso che confermarlo. Natale è bello perché si sta in famiglia e con le persone che amiamo a noi vicine, è un momento che fa da collante e che interrompe quei distacchi dovuti a questa vita che ci fa dimenticare certi suoi aspetti importanti ma, per il resto, è forse la festività più ipocrita e fasulla che ci sia al mondo! Talmente mercanteggiata che si è diffusa persino in quei paesi che di cattolico non hanno proprio niente!

PS) non mangio pesce né nulla di ciò che nuoti, cammini di traverso od all'indietro o viva attaccata a scogli e fondali marini! Però mangio il tonno che come noto non è pesce e nasce così come lo vediamo nelle scatolette…purché sia al naturale Occhiolino

Tagliare le spese militari

Ovvietà #3

Non sono un pacifista tout court, anzi, per molti aspetti mi considero quasi un guerrafondaio. Sono da sempre un fermo sostenitore del ruolo attivo delle truppe di peace keeping e non solo per esperienza diretta ma a parità di altre condizioni. Ed in questo momento la disparità è data dalla situazione economica.
E’ pacifico che quando in una normalissima famiglia si tratta di fare tagli efficaci alle spese per risparmiare e riequilibrare le prime cose che saltano sono le spese superflue. E se c’è qualcosa che in questo momento è decisamente superfluo sono le spese militari nel nostro paese.
Le spese che riguardano praticamente tutte le nostre missioni militari all’estero, tranne quelle di formazione di personale di polizia locale; le spese di acquisizione di nuovi armamenti e di costruzione di nuovi mezzi militari; le costosissime spese di addestramento e mantenimento di navi ed aerei in navigazione o in volo solo per esercitazioni.
Abbiamo preso impegni internazionali con organismi quali l’ONU e la NATO su alcune missioni? Credo che pochi si permetterebbero di criticare la decisione di un ministro della Difesa di ritirare le truppe per la situazione economica contingente. Non sarebbe la prima volta: successe una quindicina d’anni fa alle forze ONU messe a disposizione dal Pakistan in Nigeria.
Non solo in questi giorni ma dal 2008, anno in cui è saltata la bolla americana trascinando a fondo mezzo mondo e tutta l’Europa, non ho sentito un solo politico, una sola voce fuori dal coro parlare di tagli alle spese militari.
Tanto se dovessero aggredirci militarmente abbiamo sempre le nouvelle Napoleon Sarkò pronto ad intervenire a salvarci così come era pronto a mediare tra Monti ed i politic(ant)i A bocca aperta

Libera Chiesa in pessimo Stato

Ovvietà #2

Libera di far quel che vuole ovviamente.
Come noto basta mettere una madonnina sul cantone di un palazzo, farla sanguinare o lacrimare un po’, farla benedire et voilà, improvvisamente il condominio si trasforma in luogo di culto e diventa esente ICI. Anche senza miracolo.
Se c’è una fonte sicura come stipendi, pensioni ed appartamenti da dove tirar fuori un po’ di soldi per questa manovra correttiva era proprio quella data dall’applicazione dell’ICI agli istituti religiosi: conventi, scuole cattoliche, seminari, chiese con ovviamente con annessi oratori, campi sportivi o solo campi di bocce, alloggi per i preti e chi più ne ha più ne metta.

2 miliardi e spicci di euro: tanti quanti ne hanno tagliati alla spesa sanitaria che fagocita risorse manco fosse il mezzogiorno.

Luoghi di culto esenti? Ma da cosa dovrebbe essere esente un complesso gestito da tante brave e compassionevoli suorine con annesso asilo nido, scuola materna, elementare e media e rette sostanziose? O un vero e proprio albergo travestito da seminario?


La chiesa ha un ruolo sociale ed economico notevole di ritorno in termini di aiuti ai meno abbienti? Certo, come no. Parliamo del famigerato 8 per mille?

Parlare di questo a ridosso del Natale fa ancora più effetto poi; la più grande ricorrenza di reiterata ipocrisia, quando tutti si sentono più buoni e si dipingono scenari innevati persino in paesi dove la neve non la vedono neanche se programmata dall'ufficio meteo cinese o sparata con i cannoni.
Strano come ascoltare la stessa anziana pensionata che si lamenta ed inveisce a priori nei confronti di eventuali paventati tagli alla sua pensione non sia disposta ad accettare critiche su questi temi: il parroco non si tocca, porello, è tanto bono.

170 kW

Ovvietà #1

Una delle cose che mi ha colpito della cosiddetta manovra Monti, fra le molte, di quanto adottato in termini di tassazione addizionale è l’aumento dell’imposta di bollo per le auto pi potenti con un limite fissato a quanto oltre i 170 kW.
170 kW sono 230 HP circa, 228 per l’esattezza.
Già a luglio scorso i possessori di Ferrari, Porsche, Lamborghini, Hammer e varie supercar del genere furono tassati con una addizionale di 10 € per ogni kW superiore ai 225 (310 HP) e adesso sono 20 per ogni kW superiore ai 170.
La mia personalissima opinione che 230 HP sono ancora troppo in alto come limite, lo avrei ulteriormente abbassato. Sotto i 230 HP e per lo meno fino ai 180 HP ci sono fior di berline di lusso con prezzi che vanno dai 60 agli 80000 € e quindi certamente appartenenti a benestanti, in leasing come auto di rappresentanza o ancora vetture aziendali che considererei visti i tempi senz’altro di lusso.
Un comunissimo turbodiesel da 130-150 HP, 2000/2200 di cilindrata quale può essere una Ford Mondeo od una Citroen C5 inizia a viaggiare intorno ai 35000 € di costo e non è certamente alla portata di tutti mentre sono piuttosto sicuro che un possessore di un’auto di classe anche di poco superiore dovrebbe essere tassato.
E tutto questo pur considerando che in Italia la macchina non è del tutto adeguata come indicatore di ricchezza personale perché ci sono molti miei concittadini che mangerebbero pane e cipolle pur di girare con l’auto costosa! Ed è forse proprio per questo che ogni qual volta i governi hanno cercato soldi facili li hanno trovati mettendo le mani ad imposte su macchine e benzina!
Qui trovate il documento completo di tutte le auto che dovranno pagare il superbollo a seguito della manovra Monti.

sabato 3 dicembre 2011

Finlandese (Loituma Eva’s Polka)

Mi capita a volte di ascoltare su RadioDue, la mattina alle 10, la trasmissione “Io, Chiara e l’oscuro” con Chiara Gamberale. Sui suoi contenuti interessanti la rete è piena, a cominciare proprio dal sito della trasmissione che potete trovare qui.

Ma è la sigla che mi piace moltissimo. Sono letteralmente innamorato di questo brano musicale che cattura i sensi e mette allegria e voglia di ballare. Che distende con la semplicità della melodia, quasi una filastrocca per bambini.

Quando lo ascoltai la prima volta pensavo a chissà quale lingua orientale si celasse dietro questo brano e invece è finlandese: non lo avrei mai immaginato! Una lingua uralica, di origini antiche ed anche orientali. Una di quelle lingue difficilissime da imparare perché usano qualche dozzina di suffissi da attaccare alle parole per contestualizzare! Ma a parte questo credetemi, imparerei volentieri a memoria questa canzone che sembra uno sciogli lingua solo per poter canticchiarla! puttù puttà tili tali talla ya zazzà …

E volendo condividere con voi questa piccola emozione godetevi la canzone adesso, magari col testo originale accanto!

Loituma è il nome del gruppo che la canta e su Youtube ce ne sono diverse versioni.

PS) mai avrei immaginato che invece mia figlia più piccola conoscesse benissimo questa canzone perché è sigla di un noto (a lei) cartone animato giapponese!

venerdì 2 dicembre 2011

Onlus un cazzo

ONLUS – Associazione Non Lucrativa di Utilità Sociale

Da quando c’è la possibilità di creare associazioni di questo tipo ne sono nate a migliaia nel nostro paese. La maggioranza a fare il proprio lavoro ci prova e ci riesce anche ma quante di queste, dubbio legittimo di ognuno di noi, usa davvero per lo scopo prefisso i proventi provenienti dalle donazioni private?

Soltanto io almeno un paio di esempi di arricchimenti indebiti con le sole briciole destinate alla utilità sociale potrei farli ma non è questo il punto.

A quanto pare (vedi qui) due Onlus impegnate ad Haiti dopo il devastante terremoto di due anni fa sono state truffate da un certo Bernardino Pasta (già inciuciato con il noto Lele Mora): in breve le due Onlus gli avrebbero dato 9 milioni di euro raccolti ma non ancora erogati affinché fossero investiti in obbligazioni inglesi.

Posso capire che non è facile spendere oculatamente una cifra del genere, soprattutto nel caos organizzativo di un paese quale Haiti, con o senza terremoto, ma non tollero l’idea che i titolari di queste due Onlus, in attesa di devolvere i proventi raccolti abbiano cercato di specularci sopra, fosse anche a fin di bene per incrementare il capitale!

I singoli cittadini anche avessero donato loro soltanto 1 € dovrebbero pretendere la restituzione del maltolto.

PS) …e non parliamo della componente lucrativa che tutte le compagnie di telecomunicazioni detraggono dai famosi sms di solidarietà da 1 o 2 € per questa o quella catastrofe