domenica 31 luglio 2011

Leghismo e leghisti







Sono sempre attuali gli argomenti che il leghismo ed i leghisti (mi) offrono per dar modo di aumentare la nausea ed i conati di vomito che il solo loro pensiero mi provocano.

Di questi tempi poi le parole di Borghezio ancora una volta più devastanti del più idiota pensiero della Fallaci e di un Cristiano Magdi Allam messi insieme e quelle di Bossi ed i suoi slogan elettorali sui ministeri al nord me ne forniscono d'ogni ordine e grado.

E se definire demenza allo stato puro le loro esternazioni come definire ciò che i loro milioni di sostenitori fanno votandoli e rivotandoli?

Dopo tutto cosa aspettarsi da un ex neonazista e da uno diplomato per corrispondenza alla famosa scuola Radio Elettra di Torino che afferma d'aver insegnato matematica e fisica?




Ho più rispetto per i fascisti, quelli veri, che non per loro.

sabato 30 luglio 2011

TAV no grazie

Non mi è mai piaciuto molto il treno. Fin dai tempi in cui, in assenza di altri mezzi alla mia portata economica e non solo, lo prendevo per avventure o per necessità. Tempi in cui si viaggiava anche pigiati nei corridoi, si dormiva per terra o il controllore ti punzonava il biglietto come a Fantozzi nella esilarante sequenza del viaggio in treno da "Il secondo tragico Fantozzi".

Memorabili per me un interminabile Capo d'Orlando(ME)-Livorno da quasi 18 ore, assalto di indiani compreso, nel 1977 ed un allucinante Tropea(VV)-Cisternino(BR) da 12 ore con littorine a gasolio, una mezza dozzina di cambi in un torrido giorno di mezzo agosto.

Tanto che ancora oggi preferisco prendere la mia macchina a rischio di restare bloccati tra Sasso Marconi e Barberino piuttosto che farmi le 4h di Eurostar senza neanche riuscire a leggere un libro distratto ed innervosito dal continuo trillare di telefonini e delle altrui conversazioni!

E veniamo al punto. Tutto quanto ruota intorno ai cantieri della TAV della Val di Susa è dal 2004 che a fasi alterne di maggiore o minore impatto fa parte del malaffare che impera ormai prosperoso nel nostro paese: è cosa nota che gli esperti giudichino l'Italia come uno dei paese al mondo a più alto livello di corruzione, neanche fossimo il Messico o la Corea del Nord.

Detto questo io stesso, un po' annoiato e come tanti distratto dalla distanza di sicurezza che fa aumentare o diminuire il livello di solidarietà non ho mai voluto approfondire più di tanto, fino a qualche settimana fa, complice l'inasprimento delle nuove tensioni e la solidarietà compatta degli amministratori locali di quelle zone: dopo tutto storicamente la Val di Susa non è la prima volta che da' filo da torcere a chi ha cercato di imporre qualcosa, dai tempi dei primi pellegrini che per la via Francigena se ne andavano a Roma.

E così ho voluto documentarmi cercando di fare filtro in questo mare magnum di informazioni "gestite" che è Internet e contrariamente al sospetto di parzialità alla fine di varie letture il sito che mi ha fornito il materiale migliore e, a mio modesto parere, obiettivo ed attendibile, è proprio quello capostipite: il Comitato No TAV di Torino.

E sapete cosa ha ulteriormente supportato la mia profonda convinzione della inutilità di quell'opera, del cosiddetto Corridoio V? L'analisi termodinamica dello spreco energetico con inutile ed oltre modo ineconomico aumento dell'entropia.

Più o meno 10 anni fa, quando la linea TAV Milano-Napoli non era ancora realtà (e non lo è ancora del tutto) un intelligente dottorando in Chimica illustrava, dati alla mano e partendo da assunti piuttosto prudenti tra l'altro, che mandare persone e peggio ancora merci sui treni allora da 8, oggi da 10 o 12 MW, comportava uno spreco enorme di risorse irrecuperabili in termini economici. Attenzione: non ci si riferisce al treno normale ma appunto al TAV ed a tutto quanto concerne l'infrastruttura necessaria per farlo andare: i TAV sono sovradimensionati rispetto al loro reale utilizzo!

Un treno TAV, ad esempio un ETR, ha una potenza di 8 MW: vuol dire che per muovere un solo treno c'è bisogno di una centrale elettrica di medie dimensioni. La quantità di energia annuale immagazzinata nell’acciaio delle linee ferroviarie (rotaie ed armature) è addirittura superiore al consumo di energia elettrica della movimentazione dei treni merci, ed un valore altrettanto alto è rappresentato anche dal costo energetico del cemento delle traversine di sostegno. Tutto questo si traduce in un aumento del valore del consumo energetico per unità trasportata pari al 375% per i passeggeri e del 1270% per le merci. Inutile e oltretutto dannoso investire risorse e soldi su una tipologia di trasporto che non offre miglioramenti ambientali nel caso del trasporto passeggeri e che addirittura peggiora la situazione per il trasporto merci. Sottolineiamo che se il trasporto merci sulle TAV venisse abbandonato, allora il trasporto passeggeri diverrebbe assolutamente insostenibile, perché l’allocazione dei materiali e dell’energia delle infrastrutture verrebbe imputata interamente su un volume di traffico, che per quanto ottimistico, porterebbe ad una sotto utilizzazione della linea. Se questi risultati venissero integrati dagli altri impatti ambientali relativi alla cantierizzazione della TAV (come le falde acquifere deviate, infiltrazioni e contaminazione di terreni e falde sotterranee, impatto paesaggistico, inquinamento acustico etc.), il giudizio finale delle TAV diverrebbe ancora più negativo. (da "Analisi termodinamica integrata dei diversi sistemi di trasporto in diversi livelli territoriali")


Se la costruzione di una TAV dovesse giudicarsi solo su criteri termodinamici, aggiungeva l'autore del breve ma efficace rapporto, il verdetto sarebbe univoco: inutile. Personalmente non conosco altri metodi per analizzare il rapporto costo-beneficio di opere del genere se non in questi termini.

Da decenni in quasi tutti i paesi membri della UE è obbligatoria un'analisi quali-quantitativa su questo rapporto, ovviamente ignorato o manipolato qui da noi. Ed a peggiorare la situazione, una volta affidati i lavori in gare d'appalto che da consorzi ed RTI si trasformano in una parcellizzazione di miriadi di subappalti che eseguono male qualsiasi cosa e, giubilo!, in assenza di qualsiasi controllo a posteriori.


Così come inutili opere sono, giusto per citarne un paio, il Ponte sullo Stretto ed i lavori infiniti di manutenzione della SA-RG (tanto varrebbe rifarla da zero sul percorso migliore...che poi è quello del progetto originale prima della variante "politica").

Inutili non per gli aspetti lucrativi indotti che consentono, ancora una volta ed ahimé mai lo scoprireo, ai soliti noti della casta di arricchirsi con provvigioni, tangenti e bustarelle degne del miglior socialista d'annata.

Dal già citato sito altre interessanti letture:


Una breve storia dell'AV in Italia
Le ragioni liberali del NO al TAV Torino-Lyon
Le 150 ragioni tecniche NO-TAV del 2011
Repliche tecniche a luoghi comuni pro-Tav



PS) nota a margine. Diffido delle versioni ufficiali di cronaca delle manifestazioni fin dai tempi di Kossiga; diffidenza confermata dai fatti di Genova 2001.

Nulla si crea nulla si distrugge


DA VEDERE ASSOLUTAMENTE
(almeno gli ultimi 20 minuti)
Sono tornato per lavoro recentemente a Napoli e ancora una volta 'a munnezza l'ha fatta da padrone alle viste urbane già sufficientemente degradate della città. Non sto più a chiedermi come mai i napoletani non scendano sul piedi di guerra (se non sparuti drappelli perché colpiti negli interessi personali) né sto a giustificarli con la solita cazzata della rassegnazione partenopea perché i napoletani storicamente hanno dimostrato che quando la misura è colma sanno reagire come qualsiasi altra popolazione. Ormai sono io il rassegnato a giudicarli come conniventi e corresponsabili!

Agli albori di queste pagine quando ancora non avevo ben capito come organizzare e soprattutto di cosa parlare esordii con un breve sfottò indirizzato al cosiddetto Presidente Spazzino (dopo aver visto quello operaio, studente, dirigente, pensionato e recentemente anche il puttaniere...). Allora, Mister B, fresco di trionfo elettorale, ramazza alla mano, dichiarò che in meno di un batter d'occhio avrebbe risolto il problema a Napoli: sappiamo tutti (tutti?) come è andata.

Ma qui non si tratta solo di Napoli anche se laggiù il problema è endemico e secolarizzato ormai.

Recentemente il programma "Crash" che fa parte del palinsesto di Rai Storia, ha mandato in onda un ennesimo servizio sulle balle sparate a destra e sinistra e devo dire anche dal neo sindaco De Magistris.
Non è necessario guardare l'intera puntata. Bastano gli ultimi 20 minuti, da quando la brava giornalista introduce, scovati nelle mitiche teche RAI, un servizio di TV7 del 1979 e poi una puntata di Quark del 1984 sul problema dei rifiuti urbani. Appena una generazione fa.

Da Napoli a Messina, Torino, Venezia e Milano e altrove il sempiterno problema dei rifiuti: il sistema industriale umano che ha sviluppato un unico anello della catena produttore->consumatore senza possibilità di riciclo.

Esilarante il napoletano che critica il colore dei sacchi di plastica grigia introdotti dai comuni e distribuiti gratuitamente alla popolazione come a New York e Londra giustifica la voce di fondo. Troppo grigi per una città solare come Napoli!!!

Interessante ed istruttivo vedere come i lavori umilianti e sporchi vengono affidati, ancora a cavallo tra anni '70 ed '80 ad immigrati meridionali in nero o come italiani sono quelli che girovagano nelle discariche in cerca di materiale da riciclare mentre oggi i più guardano schifati extracomunitari e zingari che fanno lo stesso.

Drammatico e grottesco ascoltare i responsabili comunali di Torino che parlano di campi sportivi, parchi e giardini da realizzare sopra le discariche una volta riempite fino all'esaurimento o degli esperimenti degli inceneritori milanesi che, vanno bene, si dice, ma costa troppo secondo la idiota cecità dei soliti amministratori incompententi e corrotti che non potevano capire, idioti beoti, come gli investimenti si sarebbero ripagati nel tempo rapidamente grazie alla produzione di energia autonoma che deriva dal processo di eliminazione (il Principato di Monaco va avanti così, ora è un termovalorizzatore, dagli anni '60!).

Insomma: un'ennesima dimostrazione che Giambattista Vico aveva ragione soprattutto per il nostro paese che da decenni è in mano ad una classe dirigente inetta e interessata esclusivamente al proprio tornaconto.

Nulla si crea, nulla si distrugge...nulla è cambiato. Altro che panta rei.

Riassunto dal sito:
Nel 1979 la produzione di rifiuti procapite a livello italiano era di 200 kg l'anno per abitante. Nel 2010 nella sola Campania, i chili annui di immondizia procapite prodotta sono circa 350. Nella seconda parte di questa puntata, per la nostra consueta rubrica di Crash Storia, a cura di Antonia Moro, vediamo come in quegli anni Venezia, Napoli, Palermo e Messina affrontavano lo smaltimento dei rifiuti. Da alcune puntate di Tv7 e Quark.


venerdì 29 luglio 2011

À la guerre comme à la guerra


A' la guerre comme à la guerre

Già in un'altra occasione, meno di un anno fa, ho avuto modo su queste stesse pagine di esprimermi con pensieri analoghi a quelli odierni, all'indomani dell'ennesimo funerale di un militare italiano in missione di pace in Afghanistan od in qualsiasi altro 'ndokazstan del mondo. Esportare la democrazia a colpi di fucile equivale come concetto a quanto volevano fare in Africa orientale le truppe italiane nei confronti degli eritrei con la scusa che prima erano selvaggi e poi invece noi gli abbiamo portato le strade? Forse. Ma il punto non è questo.


Non è sull'aspetto più o meno giusto o scorretto che sta alla base del moderno peacekeeping, dai tempi del Congo improvvisato (anni '50) alle missioni sotto egida ONU o NATO che sia.

E' quindi guerra anche se non ne ha tutti gli aspetti. E in guerra appunto si muore...
Ed è perfettamente inutile stare a fare dell'inutile buonismo perché quei ragazzi lo sanno ed anche bene.

Soltanto che, in questo nostro stranissimo paese dell'armiamoci e partite all'indomani di ogni morte di questo tipo si scatena il dibattito, o meglio si riapre, sul senso, sulla giustezza o sulla competenza di ruolo e di fatto che compete ad un paese come il nostro: dibattito che una volta riaperto a destra ed a sinistra si richiude puntualmente 48 ore dopo.


"Perché la guerra è guerra - come si sa - e in guerra ogni tanto capita che qualcuno pure muoia (anche se a noi italiani questa cosa non è mai entrata tanto bene in mente e ogni volta che mandiamo gente in giro, vuoi in Congo, Iraq o su Plutone e qualcuno muore, subito diciamo «Occazzo, e perché hanno sparato proprio a noi, questi vigliacchi assassini, che noi portiamo solo la pace? Torniamo a casa! Torniamo a casa!)» (Antonio Pennacchi. "Canale Mussolini")

Ed il fatto che tutto quanto ruota a questo dibattito sono soltanto cazzate sparate a vanvera stando comodamente seduti in poltrona a seguire il tg la mamma del paracadutista appena sepolto lo sapeva bene: talmente bene da mostrare la stessa fierezza del figlio nonostante il dolore.

domenica 24 luglio 2011

I fatti della pila li sa solo il coperchio


Diceva il nonno di mia moglie...

Ho conosciuto un solo norvegese finora: non è che si trovino dietro l'angolo. Era il responsabile operations del settore ICT del World Food Program dove ho lavorato come consulente per un anno. Ed era anche il mio 'capo'. Era proprio come t'immagineresti un norvegese: alto, biondo, carnagione chiarissima ed occhi azzurri splendenti.

Ed ascoltando oggi le interviste a qualche giornalista norvegese inviato qui da noi ho riconosciuto il suono di quell'accento.

Ed un'altra cosa della Norvegia che mi riguarda da vicino, dopo aver visto una puntata di "Turisti per caso" molti anni fa, è il sogno di un viaggio che prima o poi farò: una crociera per i fiordi.

La Norvegia è uno di quei paesi che non senti proprio mai. Grande fu ad esempio la mia meraviglia moltissimi anni fa a Sarajevo incrociare per le strade della Bosnia tra le pattuglie SFOR con basco azzurro dell'ONU oltre agli ovvii militari americani, italiani e spagnoli anche ragazzoni con la bandiera della Norgegia cucita sulla manica delle mimetiche. Così come oggi sono in Afghanistan e non solo.

Ma qui, quanto è successo ieri, non ha nulla a che fare con la solita reiterata tesi del complotto islamico...nonostante quanto abbiano scritto i soliti giornalisti sparacazzate dagli effetti speciali dei soliti giornali comunque! E' roba interna. Ai tempi delle BR o dei NAR avremmo detto attentato di matrice politica.

E così questo paese dove meno di 5 milioni di persone vivono più o meno dai tempi dei loro antenati vichinghi in pace ed armonia con loro stessi e la meravigliosa natura che li circonda è balzato in prima pagina in maniera violenta e drammatica: con l'impatto emotivo che solo un attentato ai danni di civili inermi o peggio, quello della ferocia dell'omicida che si è accanito falcidiando decine di giovani.

Non è tuttora assodato che l'autobomba e la strage dell'isolotto siano legati ma sembra molto probabile: attentato politico perpetuato da uno o più membri decisamente schierati nell'area ultranazionalistica, xenofoba e neonazista che da parecchi anni ogni tanto da' del filo da torcere a questo paese il cui esempio di società aperta dovrebbe essere di guida un po' per tutti. Un paese talmente sicuro del proprio benessere sociale e politico che pare abbia trascurato le minacce più o meno velate che l'attentatore di Utoya (Anders Behring Breivik) da anni lascia in giro con tracce evidenti sulla rete.

Ed ecco che questo paese ignorato dai più, con i più dei più che non sanno neanche dove sia, figuriamoci se sanno che non fa parte neanche dell'Unione Europea (al contrario di Svezia e Finlandia!) presenta indirettamente il conto a tutti con questo venerdì di terrore. Un paese dove potresti passeggiare per strada, entrare in un grande magazzino e incrociare, lì a fare shopping come te, il re o la regina! E dove nessun poliziotto gira armato...o meglio, girava.

E se il numero 90 in sé non vi dice alcunché, riferendomi soltanto ai giovani dell'isola, pensate ai 180 genitori, ai 360 nonni, ai 360 plausibili zii e zie ed agli altrettanto plausibili 90 fratelli o sorelle: a queste 1000 vite distrutte dalla perdita di un familiare caro e che ora li piangono disperati e soprattutto sgomenti di fronte all'inutilità di quella morte.

lunedì 11 luglio 2011

Ma Titti non era un canarino?


"vuole scoprir se è vero
quanto si dice intorno ai nani,
che siano i più forniti
della virtù meno apparente,
fra tutte le virtù
la più indecente..."
F. de Andrè, Il giudice