giovedì 20 settembre 2012

Rubbaveno tutti

E’ un deja vu. Correva l’anno 1993, 29 aprile, e Craxi alla Camera con ostentata freddezza mentiva sapendo di mentire nel disperato tentativo di difendere se stesso, il partito ed addirittura lo Stato tutto dall’accusa di illeciti, di ruberie e di saccheggio continuato ed aggravato del denaro pubblico. Ed oggi, come se il compiere un reato in branco ne diminuisse la gravità, un Taormina giustifica ed al massimo condanna l’esser appartenuti ad un sistema marcio, non il singolo la cui coscienza non ha impedito lo scempio dell’etica e del rispetto.

E’ un deja vu. Allora il PSI massacrato convocava gli stati generali(*) ad acclamare a gran voce la questione morale, la pulizia, la cacciata delle mele marce, dei ladri. E gli altri, finti innocenti, stavano a guardare tremanti in attesa del loro turno di cui erano certi sarebbe arrivati. E oggi il PdL si stringe a coorte a difenderne l’integrità morale anziché pretendere trasparenza e chiarezza mentre contemporaneamente riempie di fuffa le teste di questi nostri ingenui concittadini.

Ma almeno qualcuno allora si indignò abbastanza da andare ad aspettarlo fuori del famoso hotel Raphael a tirargli monetine ed insultarlo. E parecchi altri si indignarono organizzando manifestazioni e sit-in di protesta davanti alla camera. Poca roba, ma meglio di niente.

Allora qualcuno si dimise, alla chetichella, si defilò nell’ombra, molti altri sparirono con la cassa restando impuniti. Oggi pochissime voci isolate, nessuna reazione popolare, nessuna manifestazione, nessun lancio di uova marce; e sono sicuro che qualcuno nell’ombra aspetta la prossima occasione per infilare gruppi deviati in qualche corteo a scatenare violenze che giustifichino lo status quo.

Oggi gli impuniti restano tali e tali sono come dicono le nonnette romane 'anvedi st’impunito! Né si vergognano al punto di avere decine di seggi parlamentari occupati da anni da persone condannate per reati di varia natura. E nessuno fa nulla di concreto.

Ma ha ragione da vendere il mio amico Jestercap che sul suo blog prende spunto da poche ed incisive parole di Michele Serra per mettere in evidenza come ancora una volta Fiorito non è causa di sé stesso ma effetto di una connivenza tutta italiana con situazioni che nascono e fioriscono (…) dalla e con l’ignoranza: l’ignoranza, l’incompetenza e l’ignavia dantesca della stragrande maggioranza dei nostri concittadini che non hanno mai letto un libro, che l’unica cultura che ricevono è quella televisiva e che persino chi legge almeno un quotidiano ogni tanto ignora che quell’informazione è controllata e manipolata tanto da relegarci parecchio in fondo nella classifica del grado di libertà di stampa.

Un paese di ignoranti, stupidi e furbetti pronti ad approfittare di un qualsiasi vantaggio personale a scapito di chiunque sia fuori della cerchia di amici e parenti in milioni di microcosmi egoisti ed isolati che pretendono di chiamare società. La gran parte degli italiani esattamente com’era fascista la (gran parte(gran parte(gran parte(…)))) fino all’aprile del 1945 salvo sparire nel nulla fin dal mese successivo.

E tutto a breve sarà di nuovo dimenticato…beata ignoranza diceva qualcuno sapendo che così avrebbe aumentato il controllo.

Oggi è il 20 settembre. 142 anni fa i Bersaglieri entravano a Roma e inserivano l’ultimo tassello mancante alla volontà di unire l’Italia partita così tanto tempo prima. “Ah Garibaldi che hai fatto!” diceva Totò…ed oggi come allora c’era poco da ridere.

(*) l’ho sentito dire oggi da una giornalista de LA7. Ho subito pensato a quel lontanissimo 1789 ed a quello che successe poco dopo…Magari!

giovedì 13 settembre 2012

Chi va piano va sano e va lontano…

chi va forte va alla morte…dicevano le nonne e più velocemente del dovuto aggiungo io!

Tornando a Roma su un velocissimo treno da Milano(*) riflettevo su questo e proprio su quanto avevo letto appena il giorno prima.

Che io sia un pigro è cosa nota e ne avevo anche scritto tempo fa ed anche se il concetto di pigrizia in questo caso deve essere contestualizzato mi consola molto sapere che proprio in questi ultimi mesi si sta diffondendo una corrente di pensiero che, esattamente come il mio, osteggia questo fenomeno tutto moderno chiamato brevemente, scusate il gioco di parole, brevismo. E proprio mentre ne discorrevo con un amico un paio di settimane fa domenica un bell’articolo di Stefano Bartezzaghi nella pagine interne de “la Repubblica” ne evidenziava gli aspetti salienti.

Tutta questa stramaledetta fretta del far prima, del correre affannosamente ad accaparrarsi prima di ogni altro il nuovo modello del telefonino supertecnologico così come l’opportunità di fare una vendita fregando qualcun altro. La fretta nel prendere decisioni che meriterebbero una riflessione più ponderata, e quindi più tempo e la fretta di vivere! Personalmente se messo di fronte alla fretta in genere reagisco esattamente al contrario, quasi a difendermi, riducendo i ritmi di pensiero e di azione. Insomma, la fretta la accetto (o la subisco) solo in casi di reale necessità: un incendio, una corsa al pronto soccorso…roba del genere insomma!

E la fretta o meglio il brevismo appunto che ha reso qualsiasi cosa della vita talmente rapida che si è ormai perso di vista il lungo periodo se non addirittura il medio. Sembra debba esistere soltanto un adesso e subito!

Il brevismo è quindi il nesso che tiene insieme l’isteria dei mercati finanziari e quella degli automobilisti al semaforo rosso, la smania dei bambini capricciosi e la noncuranza con cui i ristrutturatori aziendali sottodimensionano ogni risorsa (tranne il loro stipendio) per poi battezzare la loro opera "ottimizzazione". Il brevismo fa a meno della cultura che non è un elogio della lentezza ma perché solo tramite la lentezza viene acquisita. Disporre di molta memoria significa a questo mondo sapere di avere molta esperienza. Per i brevisti invece significa fare più cose col computer di questa generazione che non con quello della generazione precedente. Per avere molta cultura occorre avere molto tempo innanzi tutto e soprattutto molta calma affinché possa sedimentare e restare permanentemente a disposizione all’occorrenza.

Esito, evidenza e verifica immediati!  

Insomma tanto per citare ancora la saggezza delle nonne presto e bene non si conviene. E invece questo mondo è fatto ormai di tweet più che di notizie, che passando come meteore senza lasciare segno alcuno. La fretta è una cattiva consigliera ho sempre sentito dire. E allora perché tanta stramaledetta fretta in ogni settore della vita? 

Questo mondo brevista è fatto anche e soprattutto di una logica del profitto tale per cui vige l’imperativo che qualsiasi cosa può essere fatta più velocemente e soprattutto deve costare meno…e da qui la deriva neocolonialista dell’imprenditoria all’estero con manodopera velocissima e schiavizzata che però produrrà sì in fretta ma anche peggio abbattendo il profitto complessivo che invece voleva essere altissimo! Velocemente non significa di fretta così come quantità non è qualità.

Con buona pace di Keynes che diceva che «Nel lungo periodo siamo tutti morti» e che costringe gli operatori di borsa ad ignorare concetti come attesa e calma visto che, purtroppo e da brevisti qual sono, sono in grado di tenere sotto controllo istante per istante l’andamento di titoli e future (futuro di che poi?!?) … Conseguenza diretta? Il continuo monitoraggio dell'andamento dei propri investimenti, reso possibile dalla tecnologia, mette in allarme gli investitori! In una parola esattamente il contrario dell’obiettivo ricercato.

Insomma, per quanto mi riguarda, sempre…con calma e per favore!

(*) per inciso quei treni, da sempre, mi danno stranamente la nausea…io che ho ho volato a bassa quota sui C119 e sui C130 dell’esercito!!!

sabato 8 settembre 2012

Ambasciata di Cina

P1100784Leggendo un interessante post sul blog di Jestercap72 mi sono ricordato di quanto ho visto lo scorso agosto a Budapest.

Dalle parti del bel viale che si diparte dalla Piazza degli Eroi è pieno di ambasciate che occupano le belle palazzine d’epoca della zona. E c’è anche l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese e non è certo da meno.

Ma la cosa che più mi ha colpito ed incuriosito e spero che dalle foto si possa notare, è l’ostentazione della potenza militare e guerresca che è stata appositamente voluta apponendo a lato del cancello d’ingresso questi due tabelloni. Avessero messo anche, che so, foto della Cina con qualsiasi altro soggetto…macché. Solo ed esclusivamente foto militari…astronauti compresi!

Messaggio subliminale?

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