domenica 27 maggio 2012

Precari equilibri economici

Quando ho visto i risultati della ricostruzione in Giappone a poco più di un anno di distanza dallo tsunami e di cui mi sono occupato qui ho voluto fare una ricerca diversa scoprendo che il debito pubblico nipponico è pari al 200 % del PIL: eppure quel paese non mostra i segni tipici della recessione che sono poi puntualmente usati come scusa per tagliare salari, stipendi, pensioni o ammortizzatori sociali. Anzi, continuano gli investimenti tesi soprattutto a garantire condizioni vantaggiose per i giovani visto soprattutto il tasso di invecchiamento di cui soffrono, paragonabile al resto della media dell’Europa occidentale.

Alcuni amici sono recentemente rientrati da un viaggio in Andalusia (Spagna), e fanno parte di quella particolare classe di turisti che amano calarsi nelle realtà dei paesi che visitano con i comprensibili limiti che da’ lo spazio di una vacanza. Ovvio che visitando città storiche e meta di turismo quali Cordoba, Valencia, Siviglia, Granada o Malaga va considerato l’effetto filtro dato dal fatto che luoghi come questi siano comunque oggetto di riguardo da parte dei governi nazionali o locali ed a maggior ragione se considero Roma e la confronto con la paritaria e non meno turistica Parigi. La Spagna è nei guai come noi si dice ormai da mesi paventando lo spettro del default.

Dai loro racconti emerge invece ancora una volta come i fondi comunitari elargiti con abbondanza per investimenti a medio e lungo termine in grado di generare un indotto economico notevole sono stati ben spesi: servizi, infrastrutture, opere pubbliche, restauri, ammodernamenti, nuovi impianti, istruzione, ricerca scientifica. Esattamente il contrario da noi dove abbiamo beneficiato di questi stessi fondi che sono stati dirottati e fagocitati dalla sempiterna voracità utilitaristica e magnona della classe dirigente spazzatura di questi ultimi decenni. Se osservo le fotografie dei marciapiedi di una strada semiperiferica di Siviglia con quelli della mia posso trarre qualche amara conclusione e sto citando briciole di malessere. Insomma come ho già avuto modo di dire io stesso ogni qual volta rientro in Italia da un viaggio in altri paesi dell’Europa occidentale mi sembra di tornare indietro nel tempo e non nello spazio.

La domanda: se la Spagna è in crisi (?) ma almeno gli investimenti hanno dato i loro frutti che accadrà da noi anche qualora uscissimo da questa situazione sapendo che c’è comunque una nazione da (ri)costruire?

E di quale crisi parliamo poi? Sono state proprio le teorie economiche liberiste a portarci dove siamo o quanto meno dove dicono che ci troviamo con una campagna mediatica che da una parte salvaguardia da destra e da sinistra l’appoggio solidale al governo attuale e dall’altra da’ voce di cronaca (nera) agli aumentati suicidi di piccoli e grandi imprenditori (in pieno stile 1929). E il prof. Mario Monti & C. ancora credono in queste teorie.

Mi sento profondamente preso in giro, tanto per cambiare. Sono decenni che i nostri governi di ogni fatta e matrice demoliscono le condizioni di vita e le tutele del mondo del lavoro ed ogni volta lo fanno con la scusa che stanno lavorando per il futuro dei giovani. Ma dove, quando? Il sottoscritto e quelli della mia generazione(*) non ne hanno usufruito, ed eravamo giovani a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80; gli attuali quarantenni, giovani tra i ‘90 ed il nuovo millennio, non stanno meglio, anzi sono calate le possibilità e gli attuali ventenni o trentenni si trovano nella situazione più disperata.

Da una parte le solite classi che pagano il prezzo di una crisi paventata o concreta che sia sono vittime dell’indebolimento politico e della connivenza dei sindacati con un mondo del lavoro che vede enormemente peggiorate le condizioni di entrata in esso e l’assenza di futuro su una eventuale uscita pensionistica; d’altra parte qualcuno tenta di convincerci che occorre poter licenziare di più e senza troppi vincoli, sempre per il bene ed il futuro dei giovani salvo poi scoprire che nella quasi totalità delle realtà imprenditoriali non ci sono proprio gli estremi che possano coinvolgere il famoso articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

E per ritrovarmi infine con l’ancor più amara considerazione che è quella data dal fatto che la sinistra parlamentare più rappresentata, il PD, è ormai anch’esso un partito di destra, meno a destra del PdL, ma altrettanto a destra che pur di conservare lo stato rappresentativo e gli scranni parlamentari appoggia pariteticamente qualsiasi iniziativa governativa ed anche qualora borbotti si limita a precisare che voteremo quel che ci piace senza dirci cosa non piace.

Non ci credo. Più a nessuno. Stufo.

(*) potrei fare decine di esempi personali e non tesi a dimostrare che alla fine la stragrande maggioranza di noi giovani allora si è letteralmente accontentata di quel che allora ci veniva offerto mettendo da parte velleità e sogni per restare sul concreto.

Promozioni

Tempo di esami scolastici tempo di promozioni…e bocciature quale quella del noto gestore telefonico Wind tanto amato dal noto trio comico milanese.

L’IVA aumenta di un punto percentuale? E che problema c’è? Con facile premonizione il costo è stato scaricato sul consumatore con un aumento percentuale ben superiore agli effetti di quell’1% di IVA. Ma su questo non sono gli unici ovviamente.

La tariffa telefonica che consente di parlare per 120 minuti al mese (Noi Tutti) con chi si vuole ad un costo flat di 9.00 € mensili IVA inclusa? La portiamo a 9.50, sempre IVA inclusa, ovvio.

Ora si da’ il caso che la quota IVA al 20% di 9 € siano 1,50 € mentre con IVA al 21 si passa ad 1,57 con un aggravio quindi di 7 centesimi di euro. Portare la tariffa dell’abbonamento a 9.1 € sarebbe stato onesto e ragionevole ma suona poco tondo no?

E infine si scopre che la nota compagnia telefonica in questi giorni sta promozionando a 5 € al mese per due anni la stessa cosa ai nuovi abbonati od a chi passa a Wind cambiando gestore! Ovvio che si incentivino i nuovi ma perché per esempio premiare la fedeltà dei vecchi? Ora capisco: parte della promozione deve essere pagata da qualcuno, e chi se non i vecchi abbonati?

E non mi si dica che non è così che funziona perché è proprio così invece che funziona! Sempre nel nostro didietro con la sabbia e col catrame!

PS) e non dimentichiamo che ci fanno ancora pagare gli sms!

Mal…costume

27052012

Non so a voi ma ogni volta che mi trovo davanti a vetrine di questo tipo è come se in una delle mani si materializzasse un grande e pesante mattone e tanta voglia di…passare dalla parte del torto oltre che passarlo al di là delle vetrina stessa!

E’ un negozio di Roma, mica l’Holliwood Boulevard di Los Angeles, di una via poi neanche tanto alla moda come potrebbero esserlo le mitiche (per i soliti noti) via Condotti o via Frattina, tutto sommato una via del tutto fuori dai soliti circuiti per romani o turisti danarosi.

Un costume da bagno da uomo ad oltre 200 €. No dico. Roba che una volta indossato non ci fai neanche il bagno nel timore che il sale dell’acqua di mare od il cloro delle piscine possa rovinarlo! E nello stesso negozio, tanto per citare in ordine sparso:

  • camicetta da donna anonimamente bianca smanicata composta da circa 30 g di seta: ca. 550 €
  • t-shirt da uomo bianca con colletto e maniche in tinta composta da circa 70g di cotone: ca. 450 €
  • blu-jeans con griffe non tra le più note ed ambite (dai soliti evasori) e strappi artisticamente composti: 400 €
  • scarpame vario andante dai 500 ai 1400 €, compreso dei sandaletti in stile fraticello d’Assisi tutt’altro che in povertà (700 €!)

e potrei andare avanti così…

Oltre al disgusto ed alla nausea generalizzati mi chiedo sempre quali potrebbero essere i contenuti delle dichiarazioni dei redditi di acquirenti e proprietari di questi negozi anche se, statisticamente, questi ultimi morti di fame guadagnano come noto mediamente meno di uno dei loro commessi. E non è che ciò sia novità recente: è storia e prassi consolidata della nostra bella repubblica(*).

Ora qualcuno mi dirà che dipende da precise leggi economiche, ma da quando in qua l’economia è legge visto che la storia ci ha più volte insegnato che i rapporti economici sono legati a fili sottili come ragnatele. C’è offerta perché qualcuno che compra quegli insulti al buon senso c’è. E a me si materializza il mattone. E non mi si parli di qualità come differenziale perché la trama di un tessuto in cotone è la medesima.

E questi negozi ahimé non soffriranno di crisi e contrazione perché il loro introito si basa su quella ridottissima minoranza di ricchi che da soli detengono la stragrande maggioranza degli averi: bastano loro poche vendite al mese per tirare a campare diversamente dalla grande distribuzione che vive di volumi notevoli e quando questi, come ora, tirano la cinghia, gli effetti sono pressoché immediati perché la prima cosa a cui si rinuncia in questi casi è proprio il superfluo o la maglietta alla moda riciclando quella dell’anno passato.

(*) Non molto tempo fa su Rai Storia ho potuto rivedere delle vecchie indagini giornalistiche sul fenomeno dell’evasione fiscale nei primi anni ‘80, poco prima e poco dopo dell’introduzione per legge dell’obbligo di emissione di scontrino o ricevuta fiscale. Sembravano girati ieri.

mercoledì 23 maggio 2012

Moog

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Google oggi sulla sua home page ci ricorda con un simpatico quanto troppo riduttivo giochino che 78 anni fa nasceva Robert Moog (morto nel 2005), colui che ha dato il nome alla tastiera, il “Moog”, che ha rivoluzionato il mondo della musica generata elettronicamente con possibilità pressoché infinite di generare suoni e non suoni. Fino ad allora, all’inizio degli anni ‘70 il mondo del rock nel campo delle tastiere era dominato dal mitico organo Hammond, del quale potremmo scriverci per ore ma che di elettronico aveva ben poco anche se, gruppi rock come i Deep Purple e soprattutto il loro tastierista Jon Lord riuscivano a tirar fuori da quella doppia fila di tasti delle cose fenomenali.

Ma chi ha veramente capito l’anima del Moog inserendolo per primo come strumento essenziale di quasi tutte le loro composizioni ed onnipresente a qualsiasi loro concerto è stato Keith Emerson, del famosissimo gruppo rock Emerson, Lake and Palmer dove tre ragazzi inglesi, e solo in tre, hanno creato un genere rock tuttora insuperato, il cosiddetto rock sinfonico, anche se va detto che Emerson già con i Nice aveva iniziato ad usare il Moog.

Cosa può fare il Moog nelle mani giuste è difficile a dirsi. Ricordo il concerto degli EL&P a cui assistetti a metà degli anni ‘70 e ricordo quell’armadio di cavi multicolore e centinaia di connettori RCA talmente ingrovigliati da farlo sembrare il pannello di una vecchia centrale telefonica a commutazione elettro-meccanica.

Posso solo farlo consigliandovi di fare un giro su Youtube e cercare combinazioni di parole quali “emerson e moog” da lì perdervi tra immagini e suoni sarà facile. Di mio posso solo suggerire un paio di video. Nel primo Emerson spiega il Moog alla sua platea e nel secondo ne fa un uso solistico.

PS) per l’Hammond suggerisco caldamente questi due video di storia di quest’organo. http://www.youtube.com/watch?v=jejadhR_m9w e http://www.youtube.com/watch?v=0nsPgSl52qY

lunedì 14 maggio 2012

Gas esilarante

Almeno in Francia si tassano le bevande zuccherate e con fini salutisti incasseranno qualcosa come 120 milioni di € l’anno. E così il neo ministro Balduzzi un paio di giorni fa scimmiotta i vicini d’oltralpe e propone di tassare per 3 centesimi a lattina qualsiasi bevanda analcolica con le bollicine. Qualsiasi. Ipocriti. Con la scusa di tutelare la salute nazionale imponendo un balzello che dovrebbe scoraggiarne l’uso contemporaneamente dichiara che non avrà effetti sulle tasche dei consumatori: delle due l’una.

E i succhi di frutta? Non quelli ipersalutisti 100% frutta (se lallero…) che tanto piacciono a missitalie, calciatori e monache ma quelli in brick od in confezione da litro, magari di sottomarche da discount: delle vere e proprie bombe iperglicemiche. E allora se le bevande gassate fanno tanto male alla salute quelle a zero contenuto di zuccheri che si vanno estendendo dalla ormai famosissima Coca Zero al Chinotto e persino l’aranciata più famosa d’Italia? Quelle dovrebbero essere super tassate visto che a quanto ci ha raccontato recentemente Report pare che il tanto abusato aspartame sia più velenoso del curaro, anche se a piccole dosi (*).

E le sigarette? Il tabagismo ammazza decine di migliaia di persone l’anno con costi anche indiretti sulla spesa pubblica. Quelle dovrebbero essere super tassate (lo dico da ex fumatore) e invece il decreto Milleproroghe 2012 è stato emendato tassando solo il trinciato: per forza. Avete notato l’aumento del numero di fumatori che adesso si rolla le sigarette in autonomia? Lo scopo è ovviamente risparmiare un bel po’ rispetto al pacchetto.

E il vino o i superalcolici? Si beve meno si beve meglio recitano i produttori. Ma non sarebbe stato più equo tassare di più i circa 40 litri pro capite che si consumano ogni anno in Italia (erano più di 100 trentanni fa) visto che l’alcolismo ne suicida a migliaia ogni anno e ne ammazza indirettamente tantissimi vittime di alcolizzati al volante o preda di follia momentanea? O forse sarebbe stato iniquo visto che ormai il vino lo bevono abitualmente solo i pensionati…

(*) da consumatore di bevande con aspartame e non solo è bene ricordare che ci sono limiti giornalieri per l’assunzione di qualsiasi tipo di alimento: acqua compresa! E stando a questi limiti anche un adulto di 75 kg dovrebbe bere 20 lattine al giorno per superare la soglia giornaliera tollerata!