mercoledì 11 settembre 2013

Tirocinio Formativo Attivo-La gigantesca presa per il culo

Poco più di un anno fa presagivo in questo post che l’iniziativa nota come Tirocinio Formativo Attivo (TFA) stava assumendo le dimensioni di una colossale presa per il culo. E quindi trasformiamo la domanda in affermazione togliendo il punto interrogativo e togliamo ogni dubbio trasformando l’articolo da indeterminativo a determinativo.

Nel precedente governo l’allora ministro Profumo sembrava avesse individuato correttamente che la strada per accedere all’insegnamento doveva essere quella canonica ed utilizzata in tutto il mondo: un concorso per titoli ed esami ed una corretta programmazione e distribuzione delle risorse docenti e solo a chi sia in possesso del titolo abilitante all’insegnamento.

Accade ora che già da domenica la neo ministra Carrozza di questo attuale governo abbia completamente stravolto le cose sintetizzando con un laconico “Basta concorsi! Dobbiamo dare garanzie a chi già lavora nella scuola” ed il decreto appena varato parla di 69.000 assunzioni nei prossimi 3 anni che in realtà assunzioni non sono: sono infatti regolarizzazioni degli attuali precari. In tutto questo la signora sembra essersi completamente dimenticata dei vincitori del concorso del TFA che alla fine del percorso formativo hanno conseguito abilitazione!

In linea di massima la cosa è condivisibile perché è intollerabile che in Italia esistano migliaia di insegnanti –la cui validità non è qui in discussione- che spesso quarantenni debbano veder confermato il posto di lavoro anno dopo anno. Così come sono condivisibili posizioni quali quelle espresse di recente come sulle pagine di questo blog.

Ma allora perché dare illusioni e speranze a migliaia (più o meno 12.000 in tutta Italia) di neolaureati od anche a professori magari in ruolo per una materia desiderosi di insegnare altro abilitandosi all’uopo.

Mesi di studio e tirocinio e la non indifferente spesa variabile dai 2500 ai 5000 € a seconda dell’Università presso cui si è acceduto dopo aver passato un concorso preselettivo piuttosto duro.

Ecco perché appare ormai palese come oltre il danno la beffa e quindi che di gigantesca presa per il culo si tratta. Fumo negli occhi a migliaia di speranzosi e volenterosi aspiranti docenti che nonostante la situazione degli insegnanti italiani sia la peggiore d’Europa hanno cercato di inserirsi nel blindatissimo mondo della scuola.

Certo i precari vanno in qualche modo sistemati non c’è dubbio ma anziché condannare questi neo abilitati all’insegnamento all’oblio o rimandarli al prossimo turn over da pensionamento (come minimo tra altri 5 anni!) perché non dar loro la possibilità di inserirsi con meccanismi di scorrimento diversi da quelli di cui si discute in queste ore?

Certo che da un governo impegnato da mesi a preoccuparsi di riabilitare Berlusconi c’era da aspettarselo che sugli abilitati veri si facesse una cazzata del genere.

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